Vincenzo Potenza, tecnico del Floriana, ha vinto il titolo di Malta qualificandosi ai preliminari di Champions League.
L’allenatore Vincenzo Potenza vanta una lunga carriera nei Dilettanti in Campania ma ha ormai spiccato il volo, si è aggiudicato il titolo di campione a Malta con il Floriana qualificandosi anche ai preliminari di Champions League, racconta la sua avventura in esclusiva a Calciomercato.it
Mister, è nella storia del Floriana che torna a vincere il campionato dopo 27 anni. Ci racconta come è nata quest’avventura?
“Due anni fa mi ha telefonato il procuratore Paolo Palermo, che lavorava come consulente tecnico al Senglea, nello staff c’era anche Nando Salvati che è stato un mio calciatore per due anni. Colsi l’opportunità e nel girone di ritorno realizzammo una cavalcata fantastica portando a casa la salvezza. Un anno fa circa mi contattò Luciano Gaucci, ci incontrammo a Roma e mi piacque il suo spirito, la voglia di non mollare mai”
Quando ha capito che potevate vincere il campionato?
In questa stagione ci siamo subito resi conto che potevamo raggiungere grandi risultati, ho più volte detto nello spogliatoio ai ragazzi che erano fortissimi, dovevano solo prenderne consapevolezza. Perciò li invitavo a non accontentarsi dell’Europa League ma di puntare alla Champions vincendo il campionato, sarà bellissimo disputare i preliminari. Mi è dispiaciuto non poter festeggiare sul campo, sarebbero state emozioni completamente diverse ma penso che ci fossero tutti i crismi per assegnarci il titolo, non l’abbiamo certamente voluto noi il Covid 19. Abbiamo il miglior attacco, la miglior difesa, abbiamo portato a casa dodici risultati utili consecutivi e segnato diciotto gol da palla inattiva”
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State già programmando la prossima stagione con Gaucci?
“Ci sentiamo tutti i giorni ma abbiamo ancora tanto tempo a disposizione, io ieri sono rientrato in Italia e, quindi, per due settimane devo stare in quarantena”
Passare dai Dilettanti all’estero che sensazione le ha dato. Cosa le ha colpito del campionato maltese?
“Andare all’estero e vincere uno scudetto non è da tutti, è motivo di grande orgoglio. A Malta lo stile del campionato somiglia a quello inglese, c’è una cultura sportiva che da grande peso alla capacità di corsa e alla fisicità. Lo spessore è diverso rispetto ai principali tornei europei ma qui il calcio è in crescita. Aprirsi agli stranieri può solo alzare il livello, in questa stagione era consentito averne sette in organico, dalla prossima annata nove. A Malta vince il fair play, al fischio finale termina tutto, non ci sono le polemiche a cui siamo abituati in Italia, i tifosi durante la gara si fanno sentire, fanno anche i cori contro ma poi si esce dallo stadio tutti insieme”
La sua storia può fungere da stimolo anche per altri allenatori che in Italia non riescono ad emergere?
“Me lo auguro perchè ci sono tanti allenatori nei campionati dilettantistici che sono dei veri professionisti, molti ex giocatori partono direttamente dalle grandi piazze nelle categorie superiori, noi invece ci siamo forti con il sudore, la polvere, le difficoltà. A tutti dico di crederci sempre perchè possono arrivare delle opportunità inaspettate, poi serve anche un pizzico di fortuna”
Ci sono talenti nel campionato maltese che suggerirebbe ai club italiani?
“Ce ne sono tanti: l’ex Belgrano Garcia, centrocampista di quantità e qualità, al Floriana ho anche Keqi che ha giocato in serie C all’Arezzo, Arias che è stato anche al River Plate, fino a gennaio c’era Jefferson al Gzira, ora gioca a Dubai”
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