Brescia, Balotelli non ci sta. Reintegro e stipendio: le richieste di Super Mario | Attacco di Raiola

L’attaccante azzurro vuole lo stipendio di marzo, uno dei compensi del periodo coronavirus oggetto di trattativa tra club e giocatori. Inviata la terza diffida per il reintegro nel gruppo

Mario Balotelli continua a far parlare di sé. Come riportato da ‘La Gazzetta dello Sport’ l’attaccante azzurro, attraverso i suoi legali, ha recapitato al Brescia la terza diffida al reintegro in gruppo ma questa volta aggiungendo anche la richiesta di messa in mora per lo stipendio di marzo, ovvero uno dei compensi oggetto di trattativa perché legato al periodo di lockdown del coronavirus. Tutte le news di calciomercato e non solo: CLICCA QUI!

Il Brescia si dice sorpresa e indignata per la richiesta di Balotelli, ciò significa che dovrà essere fatto con tutti gli altri componenti della rosa a meno che non subentri un accordo collettivo. Le parole di Mattia Grassani, legale di Cellino: “Credo che Mario Balotelli sia l’unico calciatore europeo militante nella massima serie che ha avuto l’ardire di mettere in mora il proprio club, in pieno periodo di coronavirus e con le attività sportive completamente sospese. Abbiamo perso il conto delle diffide, inviate dal calciatore sempre in ore notturne, che lamentano la presunta impossibilità di allenarsi e/o atteggiamenti discriminatori posti in essere nei suoi confronti. Negli ultimi dieci giorni ne ha inviate tre, tra le 20 e le 23.30, l’ultima mercoledì sera, quando gli uffici della società erano ovviamente chiusi”.

La replica di Raiola: “La verità emergerà. Il problema è che il Brescia lo fa allenare da solo alle 19. È normale che scriva le mail dopo le 20 quando torna a casa e si rende conto che lo stanno discriminando. Comunque non sapevo che il Brescia non avesse ancora pagato il mese di marzo e francamente mi sembra normale che uno possa chiedere di avere lo stipendio dopo 3 mesi che non lo pagano. A me risulta che il Brescia è l’unica società di Serie A che non ha ancora fatto fare il tampone a un proprio calciatore”.

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