Tanti controlli per entrare allo Stadio Olimpico. Ecco come si vive il pre-gara dopo l’emergenza coronavirus
Dopo la sfida con la Sampdoria, la Roma torna a giocare allo Stadio Olimpico per affrontare l’Udinese. Ovviamente ancora senza tifosi, anche se con qualche persona in più sugli spalti, i giornalisti. Rispetto alla gara con i blucerchiati sono 70, invece che 10, come disposto poi dal ministro Spadafora, che ha allargato il numero di addetti ai lavori consentiti sugli spalti e in campo. Controlli e modalità di accesso molto strette, niente ritiro accrediti – come di consueto – all’ex ostello della gioventù, ma consegnati direttamente ai tornelli, in ‘cambio’ di un’autocertificazione che attesta la negatività al Covid e l’assenza di sintomi.
Poi termoscanner, oltre al solito controllo ‘bagagli’ e via libera per l’ingresso. La società, viste le temperature molto alte, ha fornito a tutti i giornalisti una bottiglietta d’acqua. Poi si entra nel deserto dell’Olimpico: senza musica, il silenzio è spettrale e fa quasi impressione. Le canzoni dei Queen contribuiscono a creare un clima più sopportabile, altrimenti l’atmosfera fa tremendamente effetto. L’ingresso in campo delle squadre, il riscaldamento, la lettura delle formazioni, l’inno, il calcio d’inizio: tutto acquista un sapore molto più amaro. Sugli spalti, lato Tribuna Tevere, la Roma ha esposto le gigantografie di alcuni degli stemmi più significativi della sua storia. Un granello di sabbia nel deserto dello Stadio Olimpico.
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