Lucas Martinez Quarta, difensore del River Plate, si racconta ai nostri microfoni e apre a un futuro in Inter o Milan, che lo seguono da mesi
Lucas Martinez Quarta è uno dei talenti più in vista del calcio argentino e, senza dubbio, sarà protagonista del calciomercato internazionale nei prossimi mesi. Il suo nome circola da tempo sui taccuini dei direttori sportivi europei e a marzo ci ha pensato Javier Zanetti ad aumentare l’attenzione nei suoi confronti, con degli elogi che hanno fatto il giro del mondo. Il difensore del River Plate, che ha da poco compiuto 24 anni, sogna il grande salto in Europa e si racconta a ‘Calciomercato.it’, tra il difficile momento che vive in Argentina e il suo futuro.
Lucas, come sta vivendo queste settimane di quarantena?
“Mi sto allenando molto, voglio farmi trovare fisicamente pronto quando torneremo in campo. Se tutto va bene, a inizio agosto torneremo a lavorare in gruppi di sei, non vedo l’ora. Spero che questi giorni passino presto: un calciatore ha bisogno del pallone, della routine quotidiana”.
Ha seguito il ritorno del calcio Europeo?
“Si, grazie a Dio lì avete ricominciato, almeno ci stiamo intrattenendo guardando partite ogni giorno. Ne ho viste tantissime”.
Cosa pensa delle gare senza pubblico?
“Purtroppo dovremo abituarci, per un periodo, a questa triste realtà. Non sarà la stessa cosa, certo. La gente qui è molto appassionata, canta tantissimo e, che tu voglia o meno, un giocatore quando la ascolta sente una spinta diversa. Questo ci mancherà”.
A settembre, il suo River disputerà la Libertadores.
“Come sempre, è un obiettivo fondamentale per noi. L’anno scorso ci è sfuggita per tre minuti e vogliamo una rivincita. Vogliamo tornare al meglio, ma sappiamo che le prime settimane non saranno semplici. Ho notato la mancanza di ritmo, all’inizio, nel calcio europeo, e qui sarà la stessa cosa”.
In autunno inizierà il torneo di qualificazione ai Mondiali…
“La Nazionale è un sogno che desidero realizzare da quand’ero bambino. Ho avuto la fortuna di andarci, di fare abbastanza bene e di guadagnarmi la considerazione dello staff tecnico. Voglio ritrovare subito il ritmo gara per questo: avremo appuntamenti importanti col River e sento l’entusiasmo di poter vestire la maglia dell’Argentina”.
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Il suo contratto col River scade nel 2021. È arrivato il momento del salto in Europa?
“Può darsi. Ovviamente qualsiasi calciatore sudamericano sogna di arrivarci, è un altro dei desideri che mi piacerebbe realizzare, l’anno prossimo o quando si potrà. Ora penso solo ad allenarmi e dare il massimo per il River”.
Il suo nome è stato accostato a squadre di Serie A, Liga e Premier.
“Ognuno di questi campionati ha i suoi pregi e i suoi difetti, sono molto competitivi e, sinceramente, sarebbe difficile scegliere. Mi piacciono tutti e tre”.
Zanetti l’ha definito come uno dei talenti più interessanti d’Argentina.
“Lui è un punto di riferimento. È motivo d’orgoglio che un calciatore con la sua carriera dica questo di te, vuol dire che stai facendo le cose per bene e che devi continuare su quella strada. Lo ringrazio”.
Ha avuto contatti con squadre europee in questi mesi?
“Sono momenti complessi, il mercato sarà diverso dal solito e, per ora, ci sono solo indiscrezioni. Ho detto al mio agente di chiamarmi solo se dovesse arrivare qualcosa di concreto, in caso contrario preferisco non saperne nulla. Tante volte ti fai illusioni e le voci di calciomercato restano solo quello, voci”.
Da bambino, quali erano le sue squadre europee preferite?
“Mi piacevano molto Inter e Milan, in Spagna seguivo Real e Barça”.
Possiamo dire, dunque, che le piacerebbe un giorno indossare una maglia nerazzurra o rossonera…
“Certo. Sono due grandissime squadre con un’enorme storia. Da qui a dire che ci sia qualcosa di concreto ce ne passa, ma a qualsiasi calciatore piacerebbe giocare in uno di questi due club”.
Iniziò da centrocampista, quando ha scelto di trasformarsi in difensore centrale?
“Nel primo ritiro col River. L’allenatore mi volle utilizzare in quel ruolo, che all’inizio non mi piaceva. Con il tempo ho conosciuto la posizione e oggi mi considero totalmente un centrale. E devo dire che ora mi piace (ride, ndr)”.
Quali sono i suoi punti di riferimento in quel ruolo?
“Mi ispiro a Sergio Ramos, lo dico spesso. Come stile mi piacciono molto Otamendi, col quale ho avuto la fortuna di giocare, Piqué e Maldini”.
In Europa e soprattutto in Italia, i difensori devono concentrarsi moltissimo sulla tattica.
“E a me la tattica piace. Qui al River c’è un tecnico come Gallardo che ne sa tantissimo, lui e i suoi aiutanti ci lavorano costantemente. Marcelo ci inculca la tattica difensiva ogni giorno, poi per quanto tu possa preparare ogni dettaglio, alla fine è l’istinto del giocatore, il saper leggere ogni azione, a fare la differenza”.
Ci racconti i suoi pregi e i suoi difetti.
“Sono abbastanza autocritico. Forse la rapidità non è la mia miglior virtù, però credo di saper leggere molto bene le azioni. Non cerco lo scontro fisico, mi piace anticipare l’avversario: sono più posizionale che agguerrito, forse dovrei migliorare in questo. Poi ho buoni dati sui passaggi, mi piace assumermi la responsabilità di portare palla e iniziare l’azione. A volte, questo può spingerti a qualche decisione sbagliata, devo imparare meglio a capire quando portare palla e quando non farlo”.
Aspetti che potrebbe migliorare col suo arrivo in Europa…
“Beh, sarebbe bellissimo. Magari!”.
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