La vittoria dello scudetto non può bastare alla Juventus. Maurizio Sarri è chiamato a conquistare la Champions League per restare ben saldo in panchina
La sconfitta di ieri sera a Cagliari, certifica la stagione non certo esaltante della Juventus di Maurizio Sarri. I bianconeri, in formazione rimaneggiata, sono stati sconfitti da una squadra, quella di Zenga, che non si è certo presentata con i suoi uomini migliori. Le assenze spiccavano da entrambe le parti ma, come spesso accade, a fare la differenza sono state le motivazioni. Con la conquista del titolo, arrivata contro la Sampdoria, la testa della Juventus e del suo allenatore è alla Champions League, vero grande obiettivo stagionale. Per restare aggiornato con tutte le news legate al mondo del calcio CLICCA QUI. Sarri, che non è riuscito a dare il bel gioco tanto atteso alla Juventus, verrà giudicato soprattutto per il suo cammino europeo, ma nel frattempo le voci sul possibile addio continuano a rincorrersi.
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Sono in molti a chiedersi se lo scudetto numero 36 della Juventus sia arrivato per meriti propri o per demeriti degli avversari. A guardare la classifica e le statistiche la risposta sembra alquanto chiara: i bianconeri contrariamente agli altri anni non riusciranno a superare quota 90 punti e il bilancio dei gol subiti e realizzati non sorride alla squadra di Maurizio Sarri.
Le due reti incassate nella serata di ieri fanno della Juventus la terza difesa del campionato; i bianconeri sono addirittura il quarto attacco, dietro ad Atalanta, Inter e Lazio, nonostante la stagione più che positiva di Cristiano Ronaldo.
Dati allarmanti che fanno riflettere in vista della Champions League. Maurizio Sarri è finito nel mirino della critica anche per questo ma soprattutto per il mancato cambio di mentalità che la società sperava potesse inculcare alla squadra, che non appare molto diversa da quella di Massimiliano Allegri. Anzi, in molti vedono un netto passo indietro rispetto al lavoro del livornese: il bel gioco, tanto atteso non si è visto, e la squadra ha perso la solidità che la contraddistingueva. Con questi presupposti sperare di conquistare la Champions appare complicato.
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Ma Sarri, come tutto il mondo bianconero, si aggrappa al suo più grande successo, quello della coesistenza tra Cristiano Ronaldo e Dybala. I due attaccanti – e non era scontato che accadesse – sono riusciti ad amalgamarsi e a rendere al meglio. La Juventus – condizione della Joya permettendo – è dunque aggrappata ai colpi dei suoi due fuoriclasse, che in una manifestazione breve possono davvero fare la differenza.
In casa Juve si aspetterà dunque il finale di stagione per valutare Maurizio Sarri. Le colpe di una stagione deludente, nonostante la conquista dello scudetto, non sono certo solo sue. La dirigenza non gli ha dato una mano con acquisti che non si sono rivelati all’altezza. La più grande delusione è ovviamente legata a Ramsey, che non ha dato minimamente il suo apporto. Male anche Danilo e Rabiot, cresciuto solo nella parte finale. Decisamente meglio de Ligt e Demiral. Un calciomercato dunque bocciato che sarebbe potuto risultare ancora più negativo se Paratici fosse riuscito a vendere Dybala, come da sua intenzione.
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Solo la conquista della Champions League può far cambiare parere sull’operato di Maurizio Sarri. Anche se le alternative sul mercato degli allenatori potrebbero garantirgli un’altra stagione in bianconero. La Juventus vuole un tecnico di prestigio e i nomi in cima alla lista dei desideri sono sempre quelli di Pep Guardiola e Zinedine Zidane. Entrambi sono legati da ricchi contratti ai loro club e salvo clamorosi colpi di scena non si muoveranno.
Le alternative portano a profili meno blasonati, che per motivi diversi non convincono il club del tutto. Si pensa così a Simone Inzaghi o addirittura ad Andrea Pirlo, idee che però cozzano con l’obiettivo di conquistare la Champions League vista la loro esperienza. Sullo sfondo c’è sempre Massimiliano Allegri, che due finali le ha conquistate, anche senza il bel gioco, ma si sa, le minestre riscaldate non piacciono a tutti.
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