L’Avvocato Pierfilippo Capello, esperto di diritto sportivo, ha commentato la notizia dell’apertura dell’indagine sul caso Suarez da parte della FIGC
È notizia di pochissimi minuti, rilanciata dall’agenza Ansa, dell’apertura di una inchiesta da parte della procura della FIGC sul caso Suarez. La questione, nota a tutti, è relativa all’esame sostenuto dall’attaccante del Barcellona a Perugia il 17 settembre scorso per ottenere la cittadinanza italiana. Una situazione che coinvolge, in qualche modo, la Juventus, alla luce anche delle dichiarazioni del colonnello della Guardia di Finanza, Selvaggio Sarri, che ha svolto le indagini (“La Juventus ha chiesto di far svolgere l’esame, ma non è indagata“). Abbiamo chiesto un parere ad un noto esperto di diritto sportivo, l’Avvocato Pierfilippo Capello, che ha spiegato l’iter che ha portato la procura federale ad aprire l’inchiesta.
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Caso Suarez, parla l’Avvocato Capello: “Tutto parte dall’articolo 1”
“L’articolo 1 dello statuto della FIGC prevede che tutti i tesserati e gli affiliati debbano osservare i principi di lealtà, probità e sportività secondo i canoni della correttezza – esordisce l’Avvocato Capello a Calciomercato.it – È un principio cardine di tutti gli sport, esiste in tutti gli statuti. Quando la procura federale vede che in una indagine penale ci possono essere risvolti che toccano affiliati o tesserati, apre l’indagine. A livello sportivo, è un comportamento normale. Poi, nel caso specifico di Suarez, bisogna capire se c’è stato, da parte della Juventus, un comportamento che possa, anche in via ipotetica, essere configurato come illecito sportivo. Non esiste, nell’ordinamento sportivo, un articolo specifico relativamente a questi casi, ricordiamo Recoba di diversi anni fa. Tutti rientrano sotto il grande cappello dell’articolo 1″.
Continua Capello ai nostri microfoni: “Facendo un discorso generale, la procura della FIGC verifica che non ci siano tesserati, come persone fisiche, coinvolti. Se mai questi comportamenti si configurassero come illecito sportivo, bisognerà capire se qualche tesserato ha messo in atto questo tipo di comportamenti. E bisognerà capire se un affiliato, come la Juventus in questo caso, potrà mai essere ipoteticamente ritenuta responsabile dei comportamenti di un suo tesserato. Ipotizzare eventuali sanzioni è molto difficile, anche perché non ci sono stati tanti casi di questo tipo. Di contro, ci sono state situazioni in cui le società erano vittime, come nel caso Eriberto. Vedo, alla luce di quello che si legge, molto difficile ritenere che ci possa essere la determinazione di eventuali responsabilità del club bianconero. In questo momento, l’unica cosa comprensibile è la richiesta della procura federale dei documenti dell’indagine per vederci chiaro. Poi, bisognerà vedere quando li riceverà, se a stretto giro di posta o tra qualche mese”, ha concluso l’Avvocato Capello a Calciomercato.it.
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