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Coronavirus, fondazione GIMBE: “Tracciamento nuovi casi insufficiente”

Coronavirus, il nuovo report della fondazione Gimbe che sottolinea problematiche nell’effettuazione dei tamponi

L’emergenza coronavirus riprende vigore con il nuovo aumento dei contagi. La fondazione GIMBE di Bologna, nel suo report odierno, pone l’accento sulla insufficienza nel tracciamento dei nuovi casi di contagio e nell’effettuazione dei tamponi. In particolare, si evidenzia come dal 3 giugno, giorno delle riaperture ad ampio raggio, fino a metà agosto, la media dei tamponi fosse scesa a 25mila al giorno. Per poi risalire solo in occasione del nuovo aumento dei contagi e dei ricoveri. Viene dunque sottolineato come non si sia adeguatamente potenziata l’attività di testing e di contact tracing. Si passa dunque ad analizzare le soluzioni messe in campo dal Governo, ossia il singolo tampone per certificare la guarigione dal virus e l’aumento dei tamponi rapidi. In quest’ultimo caso però viene fatto notare come non si conoscano i tempi di approvvigionamento alle Regioni. Ma anche come la mancanza di strutture e professionisti adeguati rendano difficile l’implementazione dei tamponi rapidi nel sistema.

In conclusione, si spiega, si è piuttosto lontani dal piano ipotizzato in primavera di 300mila tamponi giornalieri. Il presidente Cartabellotta inoltre aggiunge: “Considerato che i numeri riflettono i comportamenti e le azioni di 2-3 settimane precedenti, anche le nuove misure restrittive del Governo non saranno immediatamente efficaci”.

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