Andrea Pirlo racconta le sensazioni di Champions all’esordio europeo in panchina, poi il paragone con Guardiola e Cristiano Ronaldo
Per Andrea Pirlo si avvicina l’esordio in Champions League da allenatore. La Juventus farà visita alla Dinamo Kiev, avversario abbordabile ma insidioso che sarà il primo banco di prova internazionale per il nuovo tecnico. L’ex centrocampista ha raccontato le sue sensazioni di queste settimane in un’intervista all’Uefa: “È bello allenare Buffon, Chiellini e Bonucci, aiutano molto. Forse all’inizio non è stato facile per loro, ma in poche ore hanno capito che il mio ruolo era diverso da prima. Il loro atteggiamento è cambiato velocemente e facilmente. Mi hanno chiamato subito “mister”, prima con un sorriso, ma poi si sono abituati. Possono essere di grande aiuto perché sanno cosa significa giocare nella Juve e vincere”.
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E alla domanda se bisogna aspettarsi lo stesso Pirlo visto in campo ‘calma e sangue freddo’ la risposta è sicura: “In panchina è decisamente più stressante. In campo decidevo io cosa fare con la palla; a bordo campo posso solo dirigere, ma gli altri interpretano il loro ruolo e quindi è un po’ più difficile. Quando giocavo avevo un certo stile, potevo partecipare ed essere decisivo in campo. Ora devo farlo dalla panchina. Guardiola un modello per me? È un esempio per tutti noi, è uno dei migliori, ha dato una strada da seguire ai giovani. Mi piace il suo stile di gioco: attaccare sempre e influenzare il gioco per poter gestire sempre le situazioni. Questo deve essere il nostro obiettivo per il futuro. Poi ho lavorato con alcuni dei tecnici migliori al mondo, da Lippi a Conte, da Ancelotti ad Allegri, cercherò di prendere qualcosa da ognuno.
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Dopo quel Milan-Manchester 3-0, Andrea Pirlo si è ritrovato addirittura ad allenare Cristiano Ronaldo: “Non lo avrei mai immaginato, ma sono contento di avere a disposizione un grande del calcio e di vederlo allenarsi e giocare. Per me e per tutta la squadra è un grande piacere. A 35 anni lavora come un ragazzo, con la stessa passione e la voglia di impegnarsi ogni giorno. È un esempio per tutti”. Sulla Champions: “È un sogno per tutti quelli che giocano a calcio, regala emozioni forti fin da quando senti l’inno. Ho avuto la fortuna di giocare quattro finali e di vincerne due, quindi so cosa significa vincerla e perderla. La Champions League è molto difficile e dipende da piccoli momenti e dettagli. Il periodo più difficile è intorno a marzo, quando alcune squadre devono ancora riprendersi [dalla sosta invernale] mentre altre sono già in forma. A volte ci vuole un po’ di fortuna, magari un sorteggio favorevole”.
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