Juanma Lopez, agente di Alvaro Morata, racconta a Calciomercato.it il ritorno alla Juventus dell’attaccante
Juanma Lopez si vede poco (e parla ancora meno), ma è uno degli agenti più influenti del panorama spagnolo. È lui l’uomo che ha concretizzato il ritorno di Alvaro Morata alla Juventus, rendendo l’attaccante il secondo giocatore più caro della storia. Quando la Vecchia Signora eserciterà il suo diritto di riscatto, infatti, la punta raggiungerà la cifra record di 250 milioni di euro mossi in carriera con i suoi trasferimenti. Solo Neymar ha fatto di più.
Nella sua scuderia figurano diversi talenti iberici (Dani Olmo, Nacho, Álvaro Negredo, José Campaña, Iván Alejo…), ma a Madrid ricordano López con affetto anche per la sua carriera da calciatore, svolta tutta tra Atletico Madrid e Nazionale (con la quale vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Barcellona ’92). Era un difensore arcigno, di quelli vecchio stampo. I tifosi lo adoravano per la sua ‘garra’ e il suo senso d’appartenenza: il Calderón lo incitava chiamandolo ‘SuperLópez’, come il fumetto di Jan, famosissimo in Spagna, nomignolo che gli è rimasto tuttora.
In rojiblanco vinse tre Coppe del Re e una Liga, quella dello storico ‘doblete’ del 95/96, e dopo aver disputato gli Europei ’96, un infortunio al legamento crociato del ginocchio gli negò il Mondiale ’98, condizionando la fase finale della sua carriera. Una volta appese le scarpette al chiodo è diventato un agente di successo. E oggi, a Calciomercato.it, racconta l’ultimo affare Morata, ma non solo…
Come e quando è nata l’opportunità di riportare Morata alla Juventus?
“C’è stata una serie di circostanze, tutte favorevoli al suo trasferimento a Torino. Alvaro mi disse che voleva andar via, e da quel momento in poi mi sono messo al lavoro”.
Paratici ha dichiarato più volte che Alvaro sia stato la sua prima scelta, nonostante i tentativi per Dzeko e Luis Suarez…
“C’erano varie situazioni, ma anche io credo che Morata sia sempre stato la prima opzione della Juve in questo mercato. Fabio ha spinto tanto per il suo acquisto ed ha reso possibile l’affare”.
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Il suo impatto nella seconda avventura con la Vecchia Signora è stato ottimo. Se lo aspettava?
“Alvaro lasciò Torino da bambino ed è tornato uomo, come è stato detto nella sua presentazione, e si nota. Credo che fosse il momento ideale sia per il suo trasferimento alla Juve che per quello Luis Suarez all’Atletico”.
A Torino ha ritrovato la fiducia che, forse, all’Atletico non sentiva più?
“Un giocatore diventa grande quando percepisce intorno a lui una fiducia piena, in tutti sensi. E Alvaro si riconosceva molto nel progetto della Juventus”.
I tifosi vorrebbero vedere in campo il tridente Morata, Dybala, Cristiano…
“Sono totalmente d’accordo con loro”.
È vero che tra le ragioni del suo trasferimento c’è anche la volontà di riconquistare stabilmente il posto in Nazionale?
“Alvaro voleva innanzitutto sentirsi importante, e, quando questo accade, un giocatore può ricevere il premio di indossare la maglia della sua nazionale”.
Può essere lui il ‘9’ della la Selección?
“Per me, sì…”.
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