Cesare Prandelli, tecnico della Fiorentina, ha parlato del futuro, di Sarri e mlto altro
Da poco tornato sulla panchina della Fiorentina, Cesare Prandelli ha fatto il punto tra presente e futuro: “Io penso sia una squadra con ottima potenzialità, bisogna capire la strada da percorrere per esaltare queste caratteristiche – spiega a ‘Radio anch’io sport’ – Strada facendo, come ho sempre fatto, l’obiettivo è prima l’Europa League e poi la Champions. Non si può avere ora un obiettivo ben preciso”. Clicca qui per nuovi dettagli.
Sull’eventualità di restare alla Fiorentina con un altro ruolo per far posto a Sarri, Prandelli ha risposto con sicurezza: “Questo mi sembra sia fantacalcio. Posso ripetere le parole dette alla società: io per la Fiorentina non ho nessun tipo di richiesta se non quelle di lavorare e dimostrare di essere un allenatore importante per Firenze. E gli ho detto che fra due o tre mesi saranno loro a chiedermi il nuovo contratto. Ci possono essere discussioni e pareri diversi, ma il marchio della Fiorentina deve essere rispettabile. Sono talmente sereno e convinto di far bene che penso solo a quello”.
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Inevitabile un commento sulla Nazionale: “Noi italiani quando le cose vanno bene cerchiamo di trovare sempre delle negatività. Penso stia facendo un grandissimo lavoro, ne mancavano venti di potenziali titolari. Grande merito al ct ma vorrei sottolineare che questo è un lavoro che parte da lontano, più o meno dal 2010. Sono ragazzi che sono cresciuti, hanno una base molto importante – prosegue il tecnico – Ci sono molti ragazzi giovani interessanti, c’è molta scelta e varietà. Capacità di cambiare sistemi di gioco. Il nostro calcio a livello internazionale viene seguito con molta attenzione. Ci siamo tolti di dosso l’etichetta per la quale eravamo sempre difensivisti. Io sono orgoglioso di essere stato ct dell’Italia. Potrebbe arrivare anche il momento dove per due mesi gioca solo la Nazionale e il campionato sarebbe più veloce”.
I SINGOLI – “Cutrone? Ci sono tre giocatori che hanno ottime qualità, l’importante è che pensino di non essere già arrivati. Hanno voglia di misurarsi e migliorare, devono lavorare su un discorso di tempi di gioco. La punta dovrebbe fare movimenti mirati alla finalizzazione. L’importante è che non si mettano in discussione le scelte. Ribery? Ha 25 anni di carriera, non devo scoprirlo io. Penso che quando hai un campione nella squadra non puoi dargli tutte le responsabilità. Potrebbe essere interessante vederlo anche in altre zone del campo”.
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