La stagione dell’Inter non decolla. I problemi dei nerazzurri sono parecchi e l’esonero di Conte appare una strada poco percorribile
Non sono bastate otto giornate di Serie A e quattro di Champions League per vedere la vera Inter di Antonio Conte. La stagione dei nerazzurri con il ko di ieri sera a San Siro contro il Real Madrid si complica terribilmente e salvo clamorosi colpi di scena è ormai alla fine l’avventura europea. Mancano solo due turni, e i punti di distacco dai blancos secondi, che hanno vinto entrambe le partite contro Lukaku e compagni, sono cinque; ben sei quelli dal Borussia Moenchengladbach, che andrà battuto il prossimo 1 dicembre per continuare a sperare. In Serie A l’Inter ha rischiato il tracollo, domenica scorsa contro il Torino, privo dei suoi uomini migliori Belotti e Lukic, prima di essere salvata da Sanchez, Lukaku e Martinez, che ieri, però, non son riusciti ad incidere. Nel massimo campionato tutto è, ovviamente, ancora possibile ma da Antonio Conte e dai suoi uomini ci si aspettava un avvio decisamente diverso e no di essere a cinque punti dal Milan e con un piede e mezzo fuori dalla Champions League. A finire nel mirino della critica è certamente il tecnico italiano e le sue scelte. Il futuro appare grigio ma un esonero davvero complicato.
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Contro il Real Madrid, Antonio Conte ha potuto contare sui suoi uomini di fiducia e ha schierato la formazione tipo, a parte Sensi che è partito dalla panchina. A tradirlo, però, è stato proprio il calciatore che più ha voluto dal mercato, quell’Arturo Vidal, ritenuto da anni fondamentale per la sua idea di calcio. L’ex Barcellona fin qui, però, rappresenta un vero fallimento: la sua espulsione – arrivata per aver perso la testa per via di un presunto rigore non concesso all’Inter – rappresenta il culmine di un avvio di stagione lontano dalle attese. Vidal da quando è arrivato le ha giocate tutte ma il suo apporto qualitativo non si è visto: ai nerazzurri servivano gol dai centrocampisti e il cileno, giocando in una posizione abbastanza arretrata, non è riuscito ad incidere.
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Non lo ha fatto nemmeno Eriksen ma non proprio per sue colpe. Il minutaggio del danese è stato nettamente inferiore. Non è un segreto che non è scoppiato l’amore tra l’ex Tottenham e Antonio Conte. E dire che in Serie A trovare un calciatore dalle qualità di Eriksen non è per nulla facile ma il classe 1992, per caratteristiche, sembra essere ciò che c’è di più lontano dal calcio di Conte. Eriksen e Vidal rappresentano dunque, al momento, due sconfitte del tecnico al pari di Kolarov, che quando è stato chiamato in causa non ha mai convinto e in alcune circostanze – vedi la partita contro il Milan – è apparso disastroso.
Come dicevamo, i problemi dell’Inter sono davvero tanti. A centrocampo si fatica non poco e l’unico ad avere un ottimo rendimento è Barella, ma non basta. In difesa non è solo Kolarov il problema. De Vrij sembra il lontano parente di quello ammirato negli anni passati; Skriniar non è nelle grazie di Conte e vede il campo con il contagocce e D’Ambrosio, che sbaglia raramente quando chiamato in causa, non può certo essere considerato un titolare.
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Gli esterni sarebbero dovuti essere la forza dell’Inter. Si è investito parecchio su Hakimi – ben 40 milioni di euro – e le aspettative su uno dei terzini più importanti del panorama calcistico mondiale erano ovviamente alte. Al momento, però, le prestazioni di Dortmund non si sono viste. In casa Inter funziona davvero ben poco. In Serie A, però, tutto è ancora possibile grazie soprattutto alla Lula. La coppia Lukaku-Lautaro Martinez non ha mai smesso di segnare: il belga è a dieci centri e due assist; l’argentino, che non ha ancora rinnovato il contratto, ha realizzato sei gol e due passaggi vincenti.
Con una coppia gol come quella dell’Inter e con tanti giocatori di qualità come de Vrij, Hakimi, Young, Barella, Vidal, Sanchez ed Eriksen, costruire una squadra vincente non dovrebbe essere così complicato ma i nerazzurri oggi sono ancora una macchina imperfetta, che non funziona. Appare facile attribuire le colpe principali al suo ‘capo-meccanico’, Antonio Conte. I tifosi – come forse la dirigenza nerazzurra – appaiono stanchi del tecnico italiano, che non è riuscito a fare il tanto atteso salto di qualità. L’allontamento dell’ex Chelsea e Juventus sembrerebbe un passaggio più che naturale ma, ad oggi, alquanto complicato.
Questa estate la rottura, dopo la finale di Europa League contro il Siviglia, sembrava imminente ma dopo un lungo summit milanese si è deciso di andare avanti insieme, facendo tutti un passo indietro. I risultati però non si sono visti e a fare un passo indietro è stata l’Inter. Massimiliano Allegri era alla finestra e lo è tuttora ma – come detto – allontanare Conte non è facile. Il suo contratto scade nel 2022 e pesa parecchio alle casse nerazzurre, ben 12 milioni di euro netti a stagione. Non bisogna dimenticare, poi, che Spalletti è ancora sotto contratto per una cifra pari a quasi la metà. I conti sono dunque ben presto fatti: senza una risoluzione del contratto tra le parti o le dimissioni, l’Inter difficilmente potrà fare un altro grande investimento per la panchina. Tutto, dunque, è davvero nelle mani di Conte.
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