L’Atalanta, pur segnando abbastanza, non brilla come lo scorso anno: focus sui motivi che hanno reso l’attacco dei nerazzurri meno incisivo
Accorgersene è il primo passo per migliorare. Non è sterile, l’Atalanta, ma neppure arrembante come in passato. Segna meno, è poco lucida, alterna divertimento a difficoltà. Gasperini lo ha ammesso dopo l’ultima di Champions col Midtjylland: “In attacco siamo poco lucidi”. I motivi sono molteplici, molti dipendono da lui, altri da alcune scelte di mercato, altri ancora dalla condizione di calciatori indispensabili che, da qualche settimana, stanno pagando dazio, dopo aver affrontato mesi di stress e partite senza fermarsi mai. Tornerà, l’Atalanta, che ogni tanto offre abbagli di luce, come ad ‘Anfield’ contro il Liverpool, poi diventa umana, coi suoi limiti, e riparte.
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In questa stagione l’Atalanta ha segnato 18 gol in campionato e 9 in Champions, per un totale di 27 reti in 14 partite. La media è di 1.92 gol ogni novanta minuti. Meno di due reti a gara sono tanti, vuol dire spettacolo, eppure il confronto col passato non regge. La squadra di Gasperini chiuse la stagione a 2.41 reti a partita, con 98 gol in campionato, miglior attacco, e una scorpacciata di goleade seminate lungo il cammino. Una leggera flessione era inevitabile, gli avversari preparano strategie speciali, ma quest’anno a pesare sono anche i gol subiti: in campionato 16, peggior difesa delle prime dieci.
Il grande merito dell’Atalanta, in questi anni, è stato quello di blindare i suoi gioielli, arricchendo l’organico con nuovi elementi. Quest’anno ai vari Ilicic, Gomez e Zapata sono state aggiunge due splendide promesse: Lammers e Miranchuk. Entrambi, per motivi diversi, hanno inciso solo in parte.
Il primo ha segnato due bei gol in avvio di campionato, con Cagliari e Napoli, poi s’è fermato: una sola da titolare, con la Sampdoria, uscito dopo un tempo, e poi tante comparse. Senza lasciare più il segno. Il secondo ha pagato l’iniziale infortunio e ora è fermo a causa del Covid. Nel mezzo, lampi di classe: due gol in 52 minuti e la conferma, sul campo, di un potenziale immenso. Ma servirà continuità per poterlo dimostrare.
Le certezze nerazzurre sono in pausa, i big rifiatano, hanno smesso di brillare, anche perché Gasperini, tra Serie A e Champions, ha abusato col turnover in attacco: Gomez ha segnato 5 gol in avvio e poi s’è fermato, con l’ultimo gol il 21 ottobre col Midtjylland. Zapata è a quota 5, come Muriel, ma non segna da un mese e martedì è apparso scarico, fuori forma. Ilicic, quello vero, deve ancora ritrovarsi. Gli altri pagano limiti collettivi: Pasalic, 12 reti lo scorso anno, è fermo a una (anche) perché spesso ha giocato da centrale di centrocampo. Gosens, reduce da 10 gol, ne ha segnati appena 2 e, come molti, ha dovuto fare i conti con problemi fisici. L’elenco è lungo e il tempo scorre: l’Atalanta deve fare in fretta.
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