Coronavirus, il nuovo report settimanale della Fondazione GIMBE: i dati dei contagi sono in rallentamento, ma crollano anche i tamponi
La Fondazione GIMBE ha reso noto l’ultimo report settimanale in merito all’andamento dell’epidemia di coronavirus nel nostro paese. I dati rilevati nella settimana tra il 2 e l’8 dicembre confermano un lieve rallentamento nella crescita dei nuovi casi, sovrastimata da una ‘netta e ingiustificata riduzione dei tamponi‘. Rispetto alla precedente settimana i numeri parlano di una flessione dai 165.879 ai 136.493 nuovi casi, a fronte di una riduzione di oltre 121 mila casi testati e di una sostanziale stabilità del rapporto positivi/casi testati (24,8% vs 24,7%). Sul fronte degli ospedali, diminuiscono sia i ricoveri con sintomi che le terapie intensive (3.345 vs 3.663). Lieve riduzione anche sul versante decessi. Per restare aggiornato con le ultime news legate al mercato e non solo CLICCA QUI!
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Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE ha affermato: “Anche questa settimana si confermano evidenti segnali di rallentamento del contagio quali la riduzione dell’incremento percentuale dei casi totali e del numero dei nuovi casi settimanali, ma l’effetto non è dovuto solo alle misure introdotte. Da questi numeri emergono tre ragionevoli certezze: innanzitutto che le misure introdotte hanno frenato il contagio; in secondo luogo che l’effetto delle misure sull’incremento dei nuovi casi è sovrastimato da una consistente riduzione dell’attività di testing; infine che, a invarianza di misure restrittive, la discesa della curva sarà molto lenta, certo non paragonabile a quella della prima ondata”.
Cartabelotta conclude: “Altri due elementi completano la tempesta perfetta che rischia di innescare la terza ondata. Alla vigilia delle festività natalizie, tutte le Regioni si avviano a diventare gialle, un colore che non deve essere letto come un via libera, ma impone il rispetto di regole severe per impedire assembramenti e ridurre al minimo i contatti sociali tra persone non conviventi. Infine, l’auspicato e (speriamo) imminente arrivo del vaccino non deve costituire un alibi per abbassare la guardia: nella più ottimistica delle previsioni, infatti, un’adeguata protezione a livello di popolazione potrà essere raggiunta solo nell’autunno 2021 con una massiccia adesione delle persone alla campagna di vaccinazione”.
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