Rodrigo De Paul, stella dell’Udinese, è ogni anno al centro del mercato ma non ha mai cambiato squadra: è stato lui a spiegare perché
Sarebbe titolare in molte squadre di Champions, ha scelto di lottare ogni anno per una serena salvezza. Ricorrente la solita curiosità: perché Rodrigo De Paul gioca ancora nell’Udinese? La sua è una storia meravigliosa, una splendida eccezione, una speranza per le squadre di provincia, dove i giocatori nascono prima di scappare volentieri altrove. L’Udinese, invece, ha scommesso su De Paul e se lo tiene stretto, fa lo stesso l’argentino che ha riscoperto il gusto di essere protagonista, l’idolo della folla (virtuale) che all’età di 26 anni pensa a divertirsi e a sorridere piuttosto che a inseguire i titoli e i milioni, consapevole che anche quelli, prima o poi, arriveranno.
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Perché De Paul gioca ancora nell’Udinese
La perla al Torino, un altro bel gol che De Paul ha realizzato senza neppure sudare, è la terza di questo campionato, la numero 28 in cinque anni friulani. L’argentino sembrava destinato all’addio tre anni fa, poi due, poi uno, poi ieri. Non è mai andato via. Forse perché l’esperienza di Valencia lo ha formato: troppo giovane s’è ritrovato in un posto troppo grande. L’Udinese è la (sua) realtà perfetta, lo ha rivelato pochi giorni fa, dal ritiro della Nazionale: “La città mi ha accolto benissimo, io e mia moglie non possiamo chiedere di più. So che l’Udinese non è il Psg, ma perché cambiare? Difficile trovare un posto più comodo di questo”.
Dal Leeds all’Inter: il mercato attorno all’argentino
Una verità parziale: in estate, De Paul stava per trasferirsi al Leeds. Avrebbe accettato volentieri. Felice, alla fine, è rimasto a Udine. Chissà fino a quando. A gennaio potrebbe provarci l’Inter se Erisken dovesse andare via, su De Paul restano interessate Inter e Juventus e, in passato, ci avevano pensato anche Napoli, Atletico Madrid e Siviglia. Tanti club lo vorrebbero, pochi ci hanno provato sul serio. L’Udinese, forte di un contratto in scadenza nel 2024, chiede tanto e nega cessioni a gennaio. Ma nel calcio, si sa, dipende tutto dalle offerte.
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La crescita di De Paul: da trequartista a tuttocampista
Sorprende di De Paul, in questi anni, la sua capacità ad adattarsi al calcio italiano: l’etichetta di trequartista elegante e pigro l’ha persa per strada, oggi l’argentino è un giocatore completo, gioca da centrocampista effettivo, è un regista moderno che segna, fa assist e pressa. Ci riesce grazie ad una grande forza fisica e ad un lavoro quotidiano lodevole. Un 10 con la grinta del 5. Quest’anno, in Serie A, è secondo per dribbling (44) dietro a Messias e primo per passaggi chiave riusciti (12): nessuno alza la testa più di lui.
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De Paul, spalle larghe, sguardo periferico, radar agli occhi, gioca con la palla incollata al piede, la fa viaggiare e per questo viene picchiato: è terzo per falli subiti (34) dietro Belotti e Zaccagni. Dell’Udinese è capitano e faro, in media compie 52 passaggi a partita, nessuno come lui, e ha tirato più di tutti in porta (22). Inventa e corre tanto, più di tutti con Pereyra: 10.8 km di media in ogni gara. Occupa tutte le zone di campo con uno stile invidiabile. Alla De Paul.