L’analisi di Rafa Benitez prima di Inter-Napoli, match di Serie A in programma stasera
Tra i tecnici più vincenti ancora in circolazione, Rafa Benitez, tra alti e bassi, è stato protagonista anche in Italia, dove ha allenato Inter e Napoli. Così, in vista del big match di stasera tra le sue due ex compagini, il tecnico ha rilasciato alcune dichiarazioni: “La mia Italia è in queste due tappe, diverse tra loro, che però professionalmente e umanamente mi hanno arricchito, lasciandomi amici ovunque. All’Inter rimasi poco, erano reduci dal Triplete e – spiega al ‘Corriere dello Sport’ – non mi fu permesso di allungare quell’avventura nonostante avessimo vinto la Supercoppa italiana e la Coppa del Mondo per club. Nel biennio di Napoli, invece, fummo in grado di attirare l’attenzione di calciatori con qualità e spessore. Con quella Juventus, «intrattabile» in campionato, fummo capaci di vincere Coppa Italia e Supercoppa a Doha. Vanno riconosciuti a De Laurentiis enormi meriti: i suoi sforzi economici servirono per compiere un balzo decisivo verso l’internazionalizzazione del club”.
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Benitez ha proseguito la sua disamina: “Il Napoli mi piace, Gattuso sta facendo un bel lavoro, la squadra è forte e competitiva. Il Napoli del 2013 ha iniziato un ciclo. Ho vinto in entrambe le città, ho legami da una parte e dall’altra, ma io a Napoli sono stato più tempo. E allora diciamo, sorridendo, che non mi dispiacerebbe se vincesse il Napoli”.
LO SCUDETTO – “Il Milan ha tanti meriti, stanno facendo bene pure Sassuolo e Roma: io non possiedo la verità, ma immagino che alla fine diventi una sfida tra Inter, Juve e Napoli”.
VAR – “Il Var che garantisce giustizia è la novità che ha avuto effetti più equi: questa è la strada giusta, ma ho la sensazione che si debba ancora intervenire, affinché lo spettacolo non sia alterato. Sul resto, ho il sospetto che il calcio si stia imbattendo in mode, alcune anche passeggere, e l’uscita difensiva con il palleggio rientra in questa categoria. Faccio fatica a capire che senso abbia, se non quello di provare ad aprirsi il campo, rischiare il palleggio in certe zone assai pericolose”.
IL FUTURO – “Qui sono trattato con rispetto: vivo in un club nel quale gli attestati di stima dei dirigenti, dei dipendenti, dei giocatori e dei tifosi appartengono alla quotidianità. Tutto vogliono che il Dalian e il calcio cinese crescano, nonostante ci sia consapevolezza della distanza dall’Europa. E io non considero nient’altro di concreto, sono concentrato sul Dalian Pro”.
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