Ecco le dichiarazioni dell’allenatore del Milan, Stefano Pioli, da Ibra al sogno scudetto
Stefano Pioli si racconta in una lunga intervista ai microfoni di ‘Sky Sport’. Dalla svolta dopo il lockdown al sogno scudetto, fino alla permanenza sua e di Ibrahimovic: ecco le dichiarazioni dell’allenatore del Milan. Per seguire e interagire in DIRETTA sulle ultime di calciomercato ISCRIVITI al canale YouTube!
IBRAHIMOVIC – “L’idea di Zlatan era iniziata prima della partita con l’Atalanta. L’ok è arrivato dopo, ma la società me ne aveva già parlato e ero molto positivo. Sapevo che avevamo bisogno di questa personalità, questa forza e carisma. Ho sempre pensato che fosse il giocatore giusto per noi e per la nostra mentalità: ci ha dato la cultura del lavoro”.
RINNOVO – “Ibra mi disse che gli mancava la famiglia e non era sicuro di restare. Incassai e lo lasciai tranquillo ma il giorno dopo gli ho detto che non mi era piaciuto quello che mi aveva detto e che non mi era piaciuto neanche quello che io non gli avevo detto. Doveva restare, il nostro percorso era appena iniziato e avrei fatto di tutto per convincerlo. Dopo l’annuncio del suo rinnovo è arrivato anche Tonali, uno dei giovani più talentuosi d’Italia, una cosa molto importante”.
CONFERMA – “Quando Gazidis mi ha comunicato la conferma prima del Sassuolo mi disse che non gli avevo creduto quando aveva detto che tutti ci giocavamo la conferma, ma gli ho detto di sì e per questo ho lavorato. La proprietà aveva deciso di confermarmi, se a me fosse andato bene non lo sapeva nessuno”.
ATALANTA – “Il 5-0 è stato pesante e difficile da accettare per un club come il nostro. Abbiamo però avuto tanta volontà e forza per cercare situazioni che ci hanno permesso di crescere. È stata una dura lezione, da lì siamo cambiati. Il nostro percorso è iniziato a gennaio con il mercato in entrata e in uscita. Kjaer, Ibra e Saelemaekers hanno dato entusiasmo, avevamo passato una settimana difficile durante le feste ma ci siamo detti subito a Milanello che dovevamo avere più determinazione. Siamo ripartiti da lì”.
LOCKDOWN – “La prima parte del lockdown penso che ci sia servita, sia a me che ai giocatori. Per le prime due settimane abbiamo deciso di lasciare tranquilli i giocatori, poi ci siamo ritrovati e siamo tornati ad allenarci. Stranamente ci siamo ricompattati stando lontani, abbiamo individuato ancora meglio il nostro obiettivo e le nostre possibilità. Ci sentivamo comunque sempre inferiori alle altre, sapevamo di averci provato ma i risultati non arrivavano. Ci mancava il poco che in queste partite fa la differenza, poi ci siamo sbloccati e abbiamo capito di avere le potenzialità per poter vincere. Questo è stato importante”.
ASTORI – “L’esperienza che ho vissuto a Firenze, con la perdita di mio padre lo scorso anno, sono stati due momenti molto duri. Penso di avere due angeli custodi in più e nei miei risultati ci sono anche loro”.
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