Si apre il mercato di gennaio, ma non sempre in inverno si fanno affari. Un anno fa, oltre a Eriksen, tanti sono stati i ‘flop’ di Serie A
Gennaio è un’opportunità ma anche un rischio, perché non tutti gli acquisti si rivelano vincenti. Un anno dopo, alla distanza, è più facile accorgersi di errori che prima sembravano meno evidenti. Il caso Eriksen guida la truppa degli scontenti: da una parte le società che avevano altre aspettative e dall’altra i calciatori che speravano di giocare di più o di farlo meglio. Il danese, presentato come colpo dell’anno, è passato da attore a comparsa, lui che s’era vestito elegante per sorridere dalla Scala di Milano. L’abito migliore sporcato dai rapporti infelici con Conte. Ma Eriksen non è solo. Anche il Napoli rimpiange alcune scelte (Lobotka su tutte) dettate dalla fretta di ricostruire l’organico dopo l’esonero di Ancelotti e l’arrivo di Gattuso. Colpi mirati e altri sbagliati per quasi tutte le società che un anno fa s’erano affannate nel tentativo di rinforzarsi.
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Il 2020 è stato il suo anno: Eriksen, l’Inter e Conte. Parole chiave di un equivoco enorme. Mentre il tecnico aspettava Vidal, la società gli comprava il danese. Lo avrebbero apprezzato tutti, non lo ha fatto Conte. Eriksen gioca poco e male, lentamente si spegne, finisce per diventare uno dei tanti. Oggi è un esubero. Con l’offerta giusta andrà via. L’Inter, anche tatticamente, sembrava la squadra perfetta. Serviva un uomo d’ordine nel bel mezzo della fisicità e la forza fisica, Eriksen avrebbe dovuto dirigere l’orchestra, invece è diventato un uomo solo, triste, senza bacchetta né fantasia. Un vero peccato per i suoi sostenitori e anche per i 27 milioni di euro, soldi che l’Inter, col senno di poi, avrebbe potuto investire per altri calciatori.
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Un anno fa, di questi tempi, il Napoli ricostruiva la squadra come fosse in estate. A fine calciomercato arrivarono Lobotka, Demme e Politano, in più furono prenotati, con tanto di annuncio ufficiale, Rrahmani e Petagna. Qualcuno era di troppo. Lobotka, regista slovacco costato 25 milioni dal Celta Vigo, inseguito già dopo l’addio di Jorginho, è stato chiuso da Demme e, quest’anno, da Bakayoko. In questa Serie A non è mai partito da titolare. Il Torino ha chiesto il prestito, il Napoli rifiuta. Nella fretta di regalare un play a Gattuso, il Napoli ne ha presi due. Forse troppi. Resta sospeso il giudizio su Rrahmani: 15 milioni al Verona per anticipare tutti. Ne è valsa la pena? Infortuni e Covid a parte, il difensore non ha mai giocato. Del Napoli, con Milik e Contini, è l’unico a zero minuti. Eppure un anno fa era indispensabile per Juric.
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La Fiorentina aveva altre aspettative su Cutrone, prelevato un anno fa dal Wolverhampton in prestito. Cinque gol dal suo arrivo, zero quest’anno, stagione negativa che si concluderà con l’addio. E’ già terminata l’avventura di Eysseric al Verona: sei presenze, nessun sussulto e un silenzioso ritorno alla Fiorentina per il 28enne francese, un potenziale talento che in Italia non è mai sbocciato. Stava per farlo l’uruguagio Gaston Pereiro del Cagliari, anni 25, costato 2 milioni un anno fa. Dieci presenze e un gol, poi lo stop e ora, forse, l’addio. L’Atalanta aveva speso 4,5 milioni per Czyborra, difensore tedesco classe ’99, ma dopo appena una presenza lo ha girato in prestito al Genoa, sperando esploda. Al momento, non è accaduto. Un totale di quasi 74 milioni di euro spesi male: la crisi economica scaturita dal Covid impone ai dirigenti dei club di Serie A di fare meglio stavolta.
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