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Il gol illusorio e i dubbi sul modulo: perché Kulusevski non convince ancora

Giudizi sospesi dopo i primi mesi alla Juventus di Dejan Kulusevski: l’esterno devastante di Parma s’è intravisto solo in parte a Torino

Potrebbe ribellarsi allo scetticismo con una doppietta scaccia dubbi, ma tanti stanno accompagnando, in questi giorni, la sua prima stagione alla Juventus. Forse le aspettative erano altre per Dejan Kulusevski, alimentate da quel talento che a Parma era devastante e a Torino, in mezzo ai giganti, meno incisivo, spesso fragile, marginale ai risultati. Nessuno avrebbe scommesso sullo stesso identico rendimento, c’è un gradino enorme nel salto verso la Juve, ma forse qualcuno, azzardando, avrebbe previsto un impatto diverso per Kulusevski. Più aggressivo e forse anche più sfrontato, a costo di rischiare errori e rimproveri affettuosi. Invece il giovane Dejan, che ha comunque vent’anni, ad un certo punto, timidamente, è sparito dai radar.

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Kulusevski, un gol ‘illusorio’

Proprio lui aveva inaugurato il campionato della Juventus. Il gol alla Sampdoria, un colpo da biliardo col mancino sul secondo palo, era la firma di un giocatore autentico. Pronti, rete. Kulusevski aveva ricominciato allo stesso modo del campionato appena concluso: lasciando (almeno) un segno in ogni partita. Dieci gol e nove assist il suo bottino al Parma. A metà percorso, nel bel mezzo dello spettacolo, l’ufficialità del passaggio alla Juventus – sprint decisivo sull’Inter – per una cifra vicina ai 40 milioni di euro, forse troppi per un ragazzino, ma il prezzo giusto di un mercato (allora) fuori controllo.

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Dejan Kulusevski a segno (Getty Images)

Le premesse erano alte, le aspettative altissime. Per Kulusevski era un sogno condividere il pallone con Dybala e Ronaldo, sembrava uno di loro dalle prime azioni, poi ha perso qualche occasione scivolando nelle gerarchie, giocando comunque abbastanza ma non sempre ‘alla Kulusevski’. In totale sono tre i gol realizzati, non sono pochi ma neppure troppi, ne sono arrivati altri due, dopo la Samp, con Verona e Parma (un classico), ma intervallati da pause e blackout che Pirlo ha sempre cercato di nascondere.

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La questione modulo e il ruolo preferito

Ne esistono di alibi per scagionare Kulusevski e quel vizio della discontinuità che appartiene ai grandi, figurarsi a un ventenne. Oltre all’età, c’è la questione modulo: la Juventus, che ha giocato in vari modi, con uomini diversi, non ha favorito la crescita di Kulusevski. Per Pirlo lui è sempre stato “un trequartista che parte dall’esterno” e per Kulusevski “giocare ovunque è il mio ruolo preferito”, ma nel calcio anche i campioni sanno rendere al massimo solo partendo da consolidate certezze. Per questo, dopo appena qualche mese, il giudizio su Kulusevski alla Juve è rimandato: il talento resta in vetrina, il futuro è dalla sua parte, la Juve è una grande occasione al momento meritata solo a metà. In attesa della svolta.

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