Tutto quello che c’è da sapere su Gonzalo Montiel: caratteristiche tecniche, ruolo, storia e soprannome dell’esterno del River Plate che piace alla Roma
La Roma è a caccia di un esterno destro per rinforzare un ruolo che in questi anni ha sempre dato problemi, praticamente dall’addio di Maicon. Poi i vari Florenzi, Bruno Peres, Santon, Zappacosta e Karsdorp non hanno dato certezze, anche per colpa della maledizione crociati. L’olandese sta ingranando, ma lo stesso Peres può anche salutare non avendo convinto fino in fondo e per questo occorrono rinforzi – a cifre accettabili – in grado di dare un apporto nell’immediato ma anche in ottica futura. Oltre a Celik, il nome caldo è Gonzalo Montiel, esterno destro del River Plate.
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Si tratta di un classe ‘97, ha compiuto 24 anni il primo di gennaio, è cresciuto nel settore giovanile dei ‘Millionarios’ fino a diventarne un punto fermo. Marcelo Gallardo gli ha affidato il ruolo di esterno destro nel 3-5-2, lo stesso modulo che utilizza Fonseca. Alla Roma piace, ha allacciato i contatti da alcune settimane, sta portando avanti i discorsi provando a superare il Lione (su di lui c’era anche il Bologna). Lo stesso Montiel però non esclude addirittura il rinnovo di contratto col River, squadra per cui ha grande riconoscenza: per questo tra i possibili scenari c’è anche la firma col club platense, a patto che venga abbassata l’attuale clausola rescissoria di 20 milioni.
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Però l’avventura europea lo affascina, è l’età perfetta per continuare a crescere e diventare importante anche in chiave nazionale. Da un paio d’anni è nel giro della Seleccion e nel 2020 è diventato titolare fisso, come dimostrano le ultime 6 partite ufficiali del ct Scaloni. Montiel gioca terzino destro, suo ruolo naturale, insieme a Leandro Paredes – che magari gli ha parlato anche un po’ di Roma – e tanti altri che militano in Serie A. È uno dei talenti argentini in rampa di lancio, nel momento ideale per mettersi alla prova nel calcio dei grandi in Europa. Un salto che lo affascina, magari percorrere le orme di Ariel Ortega, campione argentino e bandiera del River da cui Gonzalo Ariel Montiel eredita il suo secondo nome, per volontà del nonno Jeronimo (che voleva chiamarlo Gonzalo Ariel Ortega Montiel).
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A 21 anni ha già diversi trofei in bacheca, tra cui la Copa Libertadores vinta a Madrid nel 2018 in finale col Boca Juniors, dove era il più giovane in campo. Marcelo Gallardo lo ha fatto esordire nel 2016, lo chiama ‘El Bombero’, ovvero il pompiere, perché in carriera è stato messo a ricoprire praticamente tutti i ruoli della difesa. Lui ha sempre risposto presente, spegnendo qualsiasi tipo di emergenza. “È una spugna, qualsiasi cosa gli chiedi lui la capisce al volo”, dice di lui il ‘Munieco’. Nelle giovanili è partito centrocampista centrale, poi esterno – sia terzino che a tutta fascia -, spesso anche impiegato al centro della difesa. È un giocatore di spinta, veloce, non molto alto e strutturato fisicamente, ma bravo nei cross e in fase offensiva. Perfetto per fare il quinto di centrocampo, magari con qualche accorgimento difensivo. In 11 partite di Copa Libertadores ha messo a referto 6 assist e 1 gol, su rigore. Sì, perché tra le sue tante mansioni a volte rientra anche il tiro dagli 11 metri.
È nato a Virrey del Pino, un quartiere complicato di Buenos Aires, in una famiglia molto povera. A 10 anni andava da solo agli allenamenti, in bus dopo la scuola, e poi tornava a casa. Quasi cinque ore di viaggio ogni giorno tra andata e ritorno, finché ha deciso di trasferirsi dopo due anni nel convitto dove vivono i giovani del River. Da lì il soprannome – poi rimasto – di ‘Cachete’, che vuol dire paffuto (letteralmente cachete significa guancia), per le sue caratteristiche fisiche di allora. Ha tenuto duro pensando alla sua famiglia e ora si gode i risultati del duro lavoro. Durante la sua crescita ha perso il nonno, che gli ha trasmesso tutto, a soli 7 anni e poi ha dovuto dire addio a molti amici, spesso uccisi tra le strade di Virrey. Si è forgiato nelle difficoltà e questo si vede in campo.
Timido nella vita quotidiana, a tratti solitario e introverso, ma grande personalità e spirito da leader nel rettangolo di gioco. Non gli piace fare interviste e stare sotto i riflettori, preferisce far parlare il campo e usare le parole per aiutare e caricare i compagni. Fece un provino con il Boca, che però lo ha scartato, e poi è arrivato il River. La camiseta millionaria è nel suo destino, dove però sembra destinato a esserci anche il salto nel Vecchio Continente. L’eliminazione dalla Copa Libertadores contro il Palmeiras è stata una grande amarezza, dopo la sconfitta per 3-0 dell’andata il River è andato a un passo da una storica rimonta vincendo 2-0. Montiel ha segnato anche il terzo gol al 52′, ma poi il Var ha annullato per un fuorigioco precedente. Può rappresentare la chiusura di un ciclo. E l’inizio di un altro per Montiel, magari a Roma.
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