Pomeriggio speciale per José Maria Callejon, che ha vissuto il suo primo pomeriggio da avversario al Maradona, contro il suo Napoli.
Difficilmente José Maria Callejon dimenticherà questo pomeriggio. Dopo sette anni, 349 partite, 82 gol e 78 assist, lo spagnolo è tornato allo stadio Maradona da avversario, per la prima volta. Appena un anno fa avrebbe giurato che, una giornata del genere, non l’avrebbe mai vissuta, almeno non con un club italiano. I suoi ultimi mesi partenopei sono stati strani, difficili, ricchi di incertezza. A fine 2019, dopo l’ammutinamento post-Salisburgo, lo spagnolo incontrò De Laurentiis, che gli ribadì la sua stima e gli offrì di rinnovare.
L’ex madridista prese tempo, non ne era sicuro. Aveva sul piatto un’offerta molto più ricca, quella del Villarreal, e la tentazione di tornare a giocare a poche ore da casa sua era fortissima. Poco dopo, arrivò il covid a sconvolgere piani e le vite di tutti. La crisi cambiò la priorità, cancello le offerte, lo obbligò a ricominciare. A pensare solo al campo.
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Il Napoli, nella fase finale della scorsa stagione, non gli propose un nuovo prolungamento contrattuale. E, in realtà, non ci fu nemmeno un’offerta economica per giocare a luglio e agosto, mesi esclusi dal suo accordo in scadenza al 30 giugno. José, come svelò in esclusiva Calciomercato.it, decise di restare gratis fino al termine della stagione sportiva, chiedendo al club di pagargli solo un’assicurazione che lo tutelasse in caso di infortuni.
L’addio si consumò così, senza applausi nè giri di campo. Quelli che non ci sono stati nemmeno oggi. Callejon è tornato a Fuorigrotta come un avversario qualsiasi, indossando la maglia del club che gli ha consentito di restare in Italia, seguendo la volontà della sua famiglia.
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Il 6-0 che ha incassato insieme alla sua Fiorentina è lo specchio perfetto di una separazione troppo triste dopo sette anni di gioie. Ma l’emozione, quella espressa nell’intervista pre-gara con la voce rotta, resta. E, prima o poi, si rivedrà decuplicata. Sarà quando Callejon riceverà l’applauso che il suo pubblico gli deve.
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