Gol, esperienza, fisicità: tutti i motivi che hanno spinto il Milan a puntare su Mandzukic per la rincorsa allo scudetto
Si dirà che sia alto, grosso ed esperto ma c’è dell’altro e ha avuto un peso nella scelta definitiva del Milan di puntare su Mario Mandzukic. Il croato, bomber dai gol pesanti, ha il carattere del combattente, non si arrende, lo faceva in campo e anche ora, quando sembrava ormai lontano dai riflettori del grande calcio. Il Milan gli ha restituito un’altra opportunità, l’ultima, per iscriversi al campionato italiano, per provare a vincerlo come aveva già fatto quattro volte con la maglia della Juventus, per insegnare ai più giovani come si fa a diventare come lui affiancando Ibra in campo e fuori. Lo status di parametro zero ha aiutato, ma al Milan, uno come Mandzukic, servirà davvero, una boa e un riferimento a cui affidare, nei momenti difficili, le proprie ambizioni.
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Il Milan aveva bisogno di un’altra spalla su cui poggiarsi, Mandzukic è perfetto: lo fa da una vita, saprà farlo anche in rossonero, ne è talmente tanto capace da aver saputo eclissare, nel tempo, le critiche per i “pochi gol” in carriera. Contano quelli che Mandzukic offre agli altri. Coi suoi centonovanta centimetri, la sua abilità nel gioco aereo, la sua puntualità nelle sponde, Supermario potrà essere un alleato prezioso dei vari Calhanoglu, Hauge, Saelemaekers e di tutti quelli che avranno bisogno di un colosso a cui scaricare il pallone. Fuori dal campo, quando se ne starà buono in panchina mentre Ibra tornerà a brillare, sarà l’esempio perfetto da seguire. In allenamento bisognerà fare come lui.
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Il croato è entrato nel cuore della Juve senza sbalordire. Ha segnato 44 gol in 162 partite, uno ogni tre gare e mezzo, teoricamente pochi per un attaccante ma molti dal peso specifico, come la rovesciata contro il Real Madrid nella finale di Champions nel 2017. Mandzukic s’è messo a disposizione degli altri, ha giocato spalle alla porta per aiutare Dybala e Ronaldo, ha attirato su di sé marcature antipatiche per offrire praterie ai compagni. Le palle alte le ha prese tutte e per 14 volte, di testa, è andato a segno. La Juventus l’ha salutato forse troppo in fretta e ora che sta cercando un’altra punta, uno alla Mandzukic, si starà pentendo, almeno un po’, per il frettoloso addio.
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Segnava poco, Mandzukic, ma sceglieva i gol speciali, quelli pesanti. Nella stagione 2018/19 è stato determinante nella lotta scudetto: doppietta al Napoli e gol a Lazio, Milan, Inter e Roma. Puntuale negli appuntamenti più importanti dell’anno. In Italia ha arricchito il suo curriculum di trionfi che già vantava due scudetti e una Champions col Bayern. In bacheca c’è ancora spazio. Ha scelto il Milan anche per quello.
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