Segnali preoccupanti arrivano in casa Milan dopo la sconfitta con l’Inter in Coppa Italia: il nervosismo di Ibrahimovic spia del momento
Un’autentica epopea, il derby tra Inter e Milan di ieri sera nei quarti di finale di Coppa Italia. Una gara in cui è successo letteralmente di tutto, con la rimonta nerazzurra completata dal calcio di punizione di Eriksen al settimo minuto di un recupero infinito. Negli occhi resta soprattutto il tesissimo faccia a faccia tra Ibrahimovic e Lukaku nel finale del primo tempo, con lo svedese, molto nervoso, espulso poi a inizio ripresa dall’arbitro Valeri. In 10, i rossoneri hanno resistito strenuamente, ma hanno dovuto cedere alla rimonta nerazzurra, che ha vendicato la sconfitta nel derby di campionato. E adesso spuntano i primi, seri, punti interrogativi sul prosieguo della stagione per Stefano Pioli.
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Partiamo da un dato di fatto: il Milan non è più ‘invincibile’, tutt’altro. Dal lockdown in poi, fino a fine 2020 i rossoneri erano stati battuti soltanto una volta, nello 0-3 in casa contro il Lille a inizio novembre in Europa League. A mese di gennaio 2021 non ancora concluso, siamo già a tre sconfitte: in campionato contro Juventus e Atalanta, prima del ko di ieri con l’Inter. Che anche statisticamente una imbattibilità così lunga dovesse prima o poi arrestarsi era nella natura delle cose, ma sembrano emergere altri problemi. L’ambiente inizia probabilmente a patire la tensione: Ibra a parte, il nervosismo dei rossoneri ieri sera era evidente. Squadra molto fallosa, potevano esserci altri espulsi oltre allo svedese. Una situazione, se vogliamo, anticipata da quanto accaduto sabato con l’Atalanta. Il ‘trash talking’ di Ibra con i bergamaschi era passato sotto traccia e derubricato a elemento quasi folkloristico, anche se le sue parole del post partita avevano evidenziato malessere e preoccupazione. Lo svedese cerca di ricorrere a tutto il mestiere che ha, forse consapevole che alla lunga la squadra potrebbe perdere colpi. La forza dei rossoneri, fin qui, era stata quella dei nervi distesi. Ma è difficile rimanere impassibili, soprattutto per una squadra giovane, ora che si compete seriamente per il titolo.
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Il rendimento del Diavolo fin qui, va detto, è stato assolutamente degno di nota. Anche con l’assenza per quasi due mesi del suo totem, Pioli e i suoi ragazzi hanno tenuto la barra dritta e superato ostacoli non semplici. Ma la sensazione che il Milan fosse da tempo in ‘overperforming’, ovvero che ottenesse dal campo più di quanto le sue possibilità facessero supporre, era evidente. E adesso, probabilmente, la squadra sta mostrando la corda, piegata anche dalla cadenza ravvicinata degli impegni che periodicamente sta presentando il conto a un po’ tutte le squadre. Va ricordato che oltre a Ibrahimovic, in questo periodo i rossoneri hanno sopperito – bene – a numerose altre assenze, tra infortuni e coronavirus. Lo sforzo è stato però notevole e qualcosa inizia a non girare per il verso giusto. Sul mercato, la società ha agito con tempestività e chiarezza di intenti e ieri sera il ds Massara ha dichiarato che il Milan ora è al completo. Tra i nuovi arrivati, però, Meitè appare ancora abbastanza spaesato. Sono in una fase di calo evidente giocatori come Theo Hernandez e Saelemaekers, un protagonista della passata stagione come Rebic non ritrova il bandolo della matassa. In difesa, Romagnoli e Kjaer sono imprescindibili ma non sempre potranno metterci una pezza, come si è visto ieri sera. A Pioli il compito di trovare le giuste soluzioni nelle rotazioni come fatto, bene, finora.
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