Tra presente e futuro, la Juventus si interroga sul proprio attacco e la prossima settimana può essere decisiva sul fronte Morata
Se non fosse stato per il gol di Chiesa all’ottantaduesimo minuto della gara contro il Porto, la Juventus avrebbe concluso la sua terza partita consecutiva senza segnare. Contro Inter (in Coppa Italia) e Napoli (in campionato), Cristiano Ronaldo e compagni non erano infatti riusciti a trovare la via del gol, denotando alcuni limiti strutturali all’interno della rosa. Alvaro Morata resta, infatti, l’unico centravanti di ruolo dopo la decisione di non attingere al mercato di gennaio in quel ruolo. Nonostante non fosse in condizioni ottimali, l’ingresso in campo dello spagnolo in Champions League ha dato un maggior brio alle manovre bianconere. Capocannoniere europeo della squadra con sei reti realizzate, l’ex Real Madrid è a secco in campionato dal 19 dicembre. Un lungo digiuno che per alcuni potrebbe addirittura portare alla mancata conferma in rosa.
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Arrivato in prestito per 10 milioni di euro con diritto di riscatto fissato a 45 milioni alla fine dell’annata in corso, Morata può restare anche la prossima stagione a titolo temporaneo, qualora la Juve dovesse decidere di esercitare l’opzione di rinnovo del prestito per un altro anno, fissata a 10 milioni. Soluzione, questa, che ad oggi sembra la più probabile viste le ristrettezze economiche generate dall’emergenza Covid. In tal senso, secondo le informazioni di Calciomercato.it la prossima settimana si preannuncia molto importante per le sorti del ventottenne di Madrid. In programma ci sono dei colloqui che potrebbero rivelarsi decisivi e instradare la dirigenza bianconera in maniera definitiva verso la soluzione del rinnovo del prestito, magari tentando anche di rivedere cifre o formule di pagamento dell’opzione.
Qualora dovesse realmente materializzarsi questa ipotesi, il club torinese preserverebbe un diritto di riscatto per la stagione 2022/2023 fissato in 35 milioni di euro. Morata o non Morata, la ricerca di un ulteriore attaccante resta sempre all’ordine del giorno alla Continassa, dove a gennaio si è deciso di aspettare anche per non cadere vittime del classico adagio “la fretta è cattiva consigliera”.
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