Il messaggio di Luis Alberto: “Sto bene alla Lazio. Poi se il club vorrà vendermi è un’altra storia, ma finché ho un contratto qui rimango”
Dal caso tamponi alla polemica con Lotito, fino al suo futuro in biancoceleste: Luis Alberto ha rilasciato una lunga intervista a ‘Marca’ a ridosso del prestigioso impegno di Champions League contro il Bayern Monaco campione d’Europa e del mondo in carica. Ecco le dichiarazioni del centrocampista della Lazio. Per restare aggiornato con le ultime news legate al mercato e non solo CLICCA QUI!
FUTURO – “Io alla Lazio sto bene. Poi se il club vorrà vendermi è un’altra storia, ma finché ho un contratto qui rimango”.
LOTITO – “Tutto si è risolto. Mi metto sempre a disposizione di Inzaghi e di Peruzzi e nessuno può dirmi qualcosa per il mio sacrificio”.
CASO TAMPONI – “Noi giocatori abbiamo fatto quello che ci è stato detto. Se sei positivo vai a casa, altrimenti ti alleni. Io stesso sono stato a casa 10-11 giorni. Non capisco come un calciatore possa risultare prima positivo, poi negativo, poi di nuovo positivo. Sono cose strane”.
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BAYERN – “Non siamo i favoriti per nessuno, ma abbiamo delle chance. Ci piacciono le squadre che attaccano e concedono spazi. Dobbiamo fare una partita perfetta. Sono fiducioso: non vedo squadre imbattibili, nemmeno il Barcellona di Guardiola lo era (ride, ndr). Questa è la Champions League, per andare lontano devi battere i migliori”.
NAZIONALE – “È stata dura fermarsi per l’appendicite, ho passato un brutto periodo. Siamo nell’anno dell’Europeo ed ero in un momento molto buono. La Nazionale? Mi piacerebbe. Luis Enrique ha un suo stile di gioco e non mi ha ancora chiamato. Ma continuerò a lavorare per convincerlo a cambiare idea”.
OBIETTIVI – “Posso superare il mio record di gol (12, ndr) della stagione 2017-2018. Mi piacerebbe farlo, è un mio obiettivo. E poi vorrei tornare in Champions League, serve continuità per crescere. La doppietta alla Roma? Il derby è una cosa speciale, la partita più importante dell’anno. Fare due gol è stato incredibile, mi sono sentito Dio. Peccato che quell’emozione sia durata poco perché dopo tre giorni mi sono operato all’appendicite”.
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