Ex di entrambe le squadre, Antonio Cassano ha parlato di Roma ed Inter e in particolare dei due allenatori Paulo Fonseca ed Antonio Conte
“L’Inter? Ormai ha solo lo scudetto. Ha fatto malissimo in Champions League rimanendo anche fuori dall’Europa League. In più è uscita dalla Coppa Italia. Se non dovesse vincere il campionato, la stagione sarà fallimentare”. Lo scudetto dunque che dovrà essere obbligatorio. La pensa così Antonio Cassano, che ha parlato dei nerazzurri e non solo in una lunga intervista al ‘Corriere dello Sport’. Dalle critiche a Cristiano Ronaldo al futuro di Antonio Conte. “In Italia si pensa alla costruzione dal basso. Tutti che vogliono fare i Guardiola, ma Pep nel frattempo si è evoluto. Con il gioco di Conte, se gli avversari alzano il pressing, la palla viene data subito sugli esterni che di prima cercano Lukaku, che tiene palla come nessuno. Ma se Conte non dovesse vincere il titolo, sarà fallimento”. Per seguire e interagire in DIRETTA sulle ultime di Calciomercato ISCRIVITI al canale YOUTUBE.
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Oltre che di Inter però, Antonio Cassano ha parlato anche di Roma, in particolare del tecnico Paulo Fonseca. “Sono pazzo dell’Atalanta, ma la Roma mi piace molto. Fonseca è bravo, ha un gioco votato all’attacco. Non capisco perché sia in discussione”. Secondo Fantantonio, il tecnico portoghese merita la riconferma: “Non capisco perché dovrebbero cambiarlo. Ad inizio stagione il quarto posto della Roma veniva considerato un capolavoro. Oggi è davanti a Lazio, Atalanta e Napoli. Qui tutti vogliono cambiare tutti, mentre l’Arsenal ha tenuto Wenger che per anni non ha mai portato a casa trofei, anche se la critica, spesso giustamente, lo massacrava”.
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Sulla gara tra Roma e Milan: “A Roma sono stato cinque anni, al Milan ho vinto il mio primo scudetto. Domani i giallorossi sono favoriti. Se penso alla Roma penso a Totti e ai disastri che ho combinato, soprattutto a Capello. Però gli voglio un bene dell’anima. Lui è il più grande gestore di uomini e campioni che ho conosciuto, è una delle persone a cui devo chiedere scusa. Come a Galliani, a cui mancai di rispetto una volta in Cina, davanti a tutti. Lui e Berlusconi al Milan mi misero a disposizione un’equipe straordinaria per il mio problema al cuore”.
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