Diogo Dalot si è raccontato in una lunghissima intervista, parlando di Milan, di Ibra, Leao, Bennacer e del ritorno al Porto
Diogo Dalot si racconta a tutto tondo. L’esterno del Milan, in prestito dal Manchester United, ha parlato di tantissimi argomenti a partire dal suo futuro e il ritorno al Porto, poi l’eliminazione della Juventus, lo scudetto e i suoi compagni. A partire dai Dragoes, dove è cresciuto e da dove ha spiccato il volo. Con il sogno di tornare: “Lo spero, mi piacerebbe scrivere nuovamente il mio nome nella storia del Porto e indossare ancora quella maglia”.
A ‘O Jogo’, il portoghese ha parlato anche dell’eliminazione dalla Champions della Juventus proprio per mano del Porto: “È stato un momento speciale, non festeggiavo così da tanto tempo, è stata una qualificazione meritata in una notte fantastica. Non abbiamo mai smesso di correre e di crederci, c’era qualcosa in più, portare il simbolo del Porto sul petto, è qualcosa che hai solo se sei in quella società. È una cultura, che ha dato la forza extra per passare il turno. Anche in campo la squadra ha sofferto il giusto, la Juve è molto forte, ma non bisogna avere paura”.
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Si passa poi a parlare di Milan e di Ibrahimovic: “È come un padre nel Milan. Sono poche le cose che non si possono imparare da lui, ogni cosa che fa. È meravigliosa questa capacità di fare tutto come se avesse 20 anni. Prima della partita sente ancora l’ansia, quell’adrenalina che ti scorre. E se uno di 39 anni che ha già vinto tutto prova queste cose non può che motivarti. Fuori dal campo è esattamente la stessa persona. Gli piace giocare, stare con i compagni, chiacchierare. Poi c’è la parte Zlatan, quella che ha solo lui. In allenamento difficile che perda. Quando facciamo le squadre e lui sceglie i giocatori dice che non è niente di personale, ma sceglie quelli con cui può vincere”.
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Il discorso di Dalot si sposta sullo scudetto: “Il focus a questo punto è partita dopo partita. Penso che se vinceremo le 10 partite che abbiamo ancora davanti vinceremo anche lo scudetto. Però sappiamo che è difficile e dobbiamo pensare in maniera serena e ovviamente aspettare un loro passo falso. Tutti sanno che l’obiettivo principale del club è entrare in Champions, ma vogliamo sognare ancora di più, perché abbiamo dimostrato che possiamo giocarcela”.
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Sul futuro e la partita col Manchester: “Abbiamo dato il massimo, la squadra è stata fantastica. A Milano dovevamo concretizzare di più le occasioni, ma gli errori a questi livelli li paghi a caro prezzo. L’unico legame che ho ancora con lo United è quello con i compagni e i membri dello staff. Sul futuro non è ancora tempo di decidere, voglio concentrarmi sul Milan e stare bene per giocare. Poi presto si vedrà in base a cosa sarà meglio per tutti. Ora non ci penso, perché potrebbe attrarre pressione che ora non è necessaria. Devo stare tranquillo, la cosa più importante è che sto giocando e sto bene fisicamente”.
Infine su Rafael Leao e il progetto giovani del Milan: “Quest’anno abbiamo fatto qualcosa di concreto, è un buon passo riportare il Milan sul palcoscenico della Champions che merita. C’è da costruire qualcosa di diverso dagli ultimi anni. C’è tanto talento, mi ha sorpreso molto Bennacer, è fantastico per il fisico che ha. Mi aspetto che diventi uno dei migliori al mondo, ha tutto. Poi Leao, lo conosco da quando abbiamo 14-15 anni e mi ha facilitato nell’ambientamento. Le qualità sono sotto gli occhi di tutti, il resto dipende da lui, dalla testa che avrà in certi momenti, dal lavoro che farà. Deve essere la miglior versione di sé. Lui ha talento, irriverenza. Deve realizzare che il talento non basta, deve lavorare e fare tutto più degli altri”.
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