La Lega Serie A ha deciso per l’assegnazione dei diritti tv del prossimo triennio alla piattaforma streaming DAZN
La notizia del giorno non è la Juventus che acquista uno dei migliori calciatori del mondo o una partita rinviata per casi Covid. No. E’ la vittoria della piattaforma streaming DAZN sull’emittente televisiva SKY per l’acquisto del triennio dei diritti tv della Serie A 2021-2024. Sarà strano non vedere, dalla prossima stagione, che l’emittente fondata da Murdoch non abbia il monopolio per le partite. Eppure è così. Ma nella vita tutto passa e il problema non è la nostalgia. Bisogna infatti valutare attentamente questa scelta dei presidenti Lega Serie A.
DAZN ha offerto 840 milioni di euro per sette partite in esclusiva e tre in co-esclusiva, mentre l’offerta di SKY si aggirava sui 750 milioni di euro. Una differenza di 90 milioni che è risultata decisiva per 16 squadre su 20. Il calcio italiano versa in un momento difficile e ogni spicciolo può fare la differenza. Giusto? Sbagliato. I presidenti della Serie A avrebbero potuto evitare di compiere una scelta del genere.
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DAZN fino a questo momento ha messo a disposizione dei propri abbonati tre partite di Serie A in co-esclusiva con SKY, la Liga, la Ligue 1 e tanto altro calcio internazionale. Il tutto, a 10 euro al mese. Un prezzo più basso rispetto a quello di SKY, che ha chiaramente proposto un’offerta diversa ai propri abbonati. Tuttavia, ci sono alcuni fattori da considerare molto importanti. L’Italia non è un Paese Moderno. Tanti sono i piccoli Comuni senza connessione a Internet, o comunque senza Fibra Ottica, cosa che limita/impedisce la visione di DAZN. Gli abitanti del classico piccolo paesino di provincia di poche migliaia di abitanti, per intenderci, escono danneggiati da questa scelta.
E c’è un altro aspetto, oltre a quello di Internet. La povertà. La pandemia ha messo in evidenza i problemi di alcune famiglie, alla ricerca di dispositivi che permettano ai figli di studiare con la DAD. Tanti sono i gruppi nati sui social da marzo 2020, per cercare benefattori che donino vecchi dispositivi in disuso. E’ triste, ma è la realtà dei fatti e doveva essere considerata. Secondo uno studio Censis, il 14% delle famiglie italiane non ha un collegamento a Internet o di un cellulare che permetta di collegarsi alla Rete. E 6 milioni di persone si connettono solo utilizzando il cellulare.
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Il problema è a sfondo sociale, e i presidenti della Serie A avrebbero dovuto tenerne conto nella scelta dell’assegnazione dei diritti tv. DAZN ha chiaramente fatto il proprio lavoro, presentando un’offerta. Ma il tifoso è anche un cliente, e vanno considerate le esigenze di tutte le fasce. Non esistono clienti di Serie A o di Serie Z. Non c’è stata visione da parte della Lega, quell’unità d’intenti che avrebbe potuto far pensare che, forse, per 90 milioni di euro sarebbe stato meglio tutelare soprattutto lo spettatore.
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