Marco Verratti resta tra i top player del calcio italiano, che però non ha mai giocato in Serie A passando dal Pescara direttamente al PSG
Marco Verratti e la Serie A. Due destini che non si sono mai incrociati, dal momento che nel 2012 il PSG lo ha prelevato direttamente dal Pescara che aveva appena conquistato la promozione dalla Serie B. Battute le concorrenti, tra cui la Juventus, e l’Inter che evidentemente non se l’è sentita di affondare il colpo spendendo una cifra relativamente importante (11 milioni + 3 di bonus). Verratti era reduce da una stagione fantastica nella squadra di Zeman, che vedeva altri futuri campioni come Insigne e Immobile. Il PSG ci ha creduto di più, ma c’è chi ancora non ha digerito questo addio all’Italia da parte di uno dei giocatori più importanti della Nazionale.
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Si tratta di Andrea Stramaccioni, che ai microfoni di ‘1 Station Radio’, nella trasmissione ‘Il Sogno nel Cuore’, ha rivelato un retroscena clamoroso sull’Inter e proprio Marco Verratti. Il centrocampista classe ’92 era stata la richiesta di mercato dell’allora tecnico nerazzurro al presidente Massimo Moratti. L’allenatore romano racconta: “Per dare un’idea del calcio italiano, riflettete sul fatto che Marco Verratti è stato preso dal Paris Saint-Germain senza passare per la Serie A. Era al Pescara con Lorenzo Insigne ed entrambi erano già di un’altra categoria. Volevo Verratti all’Inter, Massimo Moratti ci provò, ma tutti avevano paura di puntare su di lui, nessuno ci credeva“.
Stramaccioni si sposta poi sull’attualità: “Le eliminazioni in Champions e in Coppa Italia potevano affondare l’Inter, invece lì è iniziata la sua risalita, concomitante con l’annata di transizione della Juve. Oltre i suoi meriti l’Inter ha trovato anche le condizioni ideali per andare in fuga”. L’ex nerazzurro ha parlato anche di bandiere: “Insigne ha una bella storia. Con Florenzi è un’eccezione del calcio italiano. Al giorno d’oggi è difficile vedere un Francesco Totti, un Paolo Maldini o un Daniele De Rossi della situazione: bandiere cresciute nei settori giovanili delle squadre in cui si impongono. Forse ora Lorenzo Pellegrini, ma poi chi? La nostra storia è stata sempre connotata da giovani talenti, ma poi abbiamo smesso di valorizzarli”.
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