L’Inter, Donnarumma, la Nazionale e la Superlega: il ct dell’Italia Roberto Mancini a tutto tondo
Torna a parlare Roberto Mancini. Il ct dell’Italia si è raccontato a 360 gradi in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’, dalle grandi prime pagine che lo hanno visto in qualche modo protagonista fino agli argomenti di attualità. Come lo stop al record di vittorie consecutive dell’Inter a Napoli: “Speravo che non mi raggiungesse, tanto ormai lo scudetto l’ha vinto… Mi bastava che arrivasse a 16, così mi tenevo il record, perché 17 vittorie sono tante”. Poi su Pirlo: “Ha fatto benissimo a cominciare dalla Juve. Se ti chiama una squadra come così, non puoi dire di no. Ha fatto fatica, come era naturale, non aveva alle spalle neppure un’esperienza nelle giovanili. Ma era giusto raccogliere la sfida, Andrea il calcio lo conosce”.
Poi Mancini non nasconde l’amarezza su Balotelli: “Due anni fa aveva ancora 28 anni. Era nel pieno della maturità, poteva ancora migliorare. L’ho richiamato in Nazionale per dargli una spinta. Speravo in un sussulto d’orgoglio per tornare ad essere il grande giocatore che ha dimostrato di poter essere. Purtroppo non ha fatto molto per tornare ai suoi livelli. Resta un grande dispiacere“. Passaggio anche su Donnarumma: “Che consigli gli do? Nel mio ruolo, non posso. So solo che il Milan è un grande club, sta lavorando bene e crescerà ancora. A Gigio auguro serenità”.
Spazio ovviamente anche al percorso in Nazionale: “Avevo molta fiducia, proprio perché nessuno ci credeva. Tutti pensavano che non avremmo avuto buoni giocatori per un po’ e questa cosa mi stimolava molto. Però non pensavo che sarebbe stata messa insieme così in fretta. Ci siamo presi dei rischi andando a cercare tanti giovani, il mix con i più esperti è stato straordinario. Hanno trovato un feeling pazzesco. Giocatori della Superlega esclusi dalle nazionali? Mi auguro solo che si possa trovare una soluzione per tutelare il futuro del calcio a tutti i livelli”.
Qualche critica alla Nazionale c’è stata visti i tanti casi Covid nel gruppo azzurro: “Abbiamo seguito alla lettera tutti i protocolli. I nostri medici sono stati perfetti. Nessuno era positivo quando eravamo lì. Lo sono diventati dopo. Non so come. L’importante è che tutti oggi ne siano fuori e stiano bene”.
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