L’Inter torna sul tetto d’Italia interrompendo il dominio della Juventus. Uno scudetto targato Antonio Conte, con i gol di Lukaku a fare la differenza in campo
L’Inter spezza il dominio lungo nove anni della Juventus. Il club nerazzurro conquista il 19° titolo della sua storia, ritornando dopo undici anni sul tetto d’Italia. Il sergente Conte ribalta la storia, proprio lui che nel 2012 aveva messo il primo mattoncino del regno bianconero. L’ex Ct della Nazionale è l’artefice principale del trionfo interista, con Lukaku e Barella trascinatori in campo della squadra. Vidal e Kolarov le delusioni, rinascita Eriksen nella seconda parte di stagione. Lautaro Martinez completa una ‘Lu-La’ da urlo con il corazziere belga. Dietro la ‘muraglia’ difensiva non sbaglia niente, Darmian jolly prezioso. Da Lukaku a Conte: il pagellone scudetto dell’Inter campione d’Italia 2020/2021. Per seguire e interagire in DIRETTA sulle ultime di Calciomercato ISCRIVITI al canale YOUTUBE!
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Handanovic 6,5 – Il capitano spezza la maledizione e mette in bacheca il suo primo trofei interista. Le macchie, soprattutto nel girone di ritorno, sono però tante per un portiere del suo livello. E in Viale della Liberazione hanno già iniziato a pensare alla sua successione…
Radu sv
Padelli sv
D’Ambrosio 6,5 – Un ‘quasi’ titolare nella prima parte, come al solito prezioso per duttilità e nel contributo in termini realizzativi. L’infortunio a gennaio lo mette ai margini dello scacchiere contiano.
De Vrij 8,5 – Leader della muraglia interista, guida con personalità il reparto difensivo. Una delle colonne portanti della corazzata di Conte insieme a Barella e Lukaku.
Ranocchia 6,5 – Utile nelle rotazioni, Conte gli dà spazio per far respirare alle volte i ‘titolatissimi’. E l’ex Bari si fa trovare pronto.
Bastoni 8,5 – Ormai è una certezza, non più rivelazione. Alza ulteriormente il livello rispetto alla scorsa stagione, completandosi a meraviglia con de Vrij e Skriniar nel fortino nerazzurro. E’ pronto per un ruolo di primo piano anche nella Nazionale di Mancini.
Kolarov 4,5 – Conte lo utilizza prevalentemente nei tre di difesa: anello debole e in perenne sofferenza quando il tecnico gli dà fiducia. La sua esperienza a Milano è già al capolinea.
Skriniar 8,5 – Ai margini nella parte finale della scorsa stagione, sembrava sul punto di lasciare Appiano e volare in Premier. Si rifà con gli interessi, riguadagnando a suon di prestazioni la fiducia massima di Conte. Pesantissimo il gol decisivo contro l’Atalanta: bulando ritrovato.
Darmian 7,5 – E’ l’uomo in più nel finale di campionato, il jolly ‘alla Giaccherini’ di Conte alla Juve e in Nazionale. Regala sei punti con Genoa e Cagliari: classe operaia indispensabile in mezzo a tanti primattori.
Young 6 – Meno coinvolto rispetto alla scorsa stagione. Perde i gradi di titolare, ma resta una valida soluzione quando Conte lo chiama in causa. Si riscatta nella seconda parte di stagione dopo un inizio deludente.
Hakimi 8,5 – Fatica un po’ ad ambientarsi e nel recepire le maniacali alchimie contiane. Scrollatosi di dosso le difficoltà iniziali, sgasa sulla destra e non lo prende più nessuno. Mette il sigillo nella trasferta di Crotone, il suo peso si fa sentire eccome anche negli ultimi sedici metri. 7 assist e altrettanti reti: è il miglior marcatore dopo Lukaku e Lautaro.
Gagliardini 6 – Il meno appariscente in mediana, ma non è una novità. Risponde presente alle chiamate di Conte. Con l’esplosione di Eriksen vede di rado il campo.
Barella 9 – Anima, polmoni e cuore pulsante dell’Inter. Trascinatore dei nerazzurri anche nei momenti più complicati. Il guizzo contro la Juve a ‘San Siro’ è la ciliegina sulla torta di una stagione da assoluto protagonista. Insostituibile per Conte: ad oggi, il migliore nel suo ruolo in Italia.
Sensi 6 – Forse il rimpianto maggiore, gli infortuni lo frenano per l’ennesima volta. Nelle poche occasioni nel quale è abile e arruolabile, dimostra di valere una maglia da titolare nel centrocampo interista.
Brozovic 8,5 – Perno della mediana, bussola ma anche maratoneta. Basilare nelle due fasi per dare equilibrio al classico 3-5-2 del tecnico salentino. Conte gli ha limato i difetti, permettendogli di compiere il salto di qualità.
Eriksen 7,5 – Comprimario e panchinaro di lusso nella prima parte di stagione, destinato all’addio a gennaio come ammesso anche da Marotta. Il mercato invernale e le difficoltà economiche si Suning cambiano però gli scenari: la pennellata nel derby di Coppa Italia lo rilancia, Conte gli dà fiducia e l’ex Tottenham dispensa la sua classe in campo. I lampi con Napoli e Crotone ne certificano la rinascita.
Vidal 4,5 – L’unica cosa degna di nota la zampata alla Juventus che un certo peso l’ha comunque avuta. Disastroso in Champions, in generale troppo troppo poco per un giocatore sì preso a zero ma che era chiamato a fare la differenza. Ha ‘tradito’ soprattutto Conte che lo ha voluto con forza accantonandolo poi in favore di Eriksen, fino a gennaio sul mercato.
Perisic 7 – Stavolta funziona l’esperimento a tutta fascia sulla sinistra. Titolare part-time, arma tattica preziosa nel momento decisivo del campionato. E qualche gol qua e là, importante per la causa interista.
Vecino sv
Lautaro Martinez 8,5 – Con Lukaku forma la coppia (per distacco) più prolifica della Serie A e ai vertici anche a livello internazionale. Graffia come non mai, letale ma anche incline al sacrificio tattico per i compagni. Il suo score parla di 15 reti – con la doppietta decisiva al Milan – ma anche 8 assist: i tifosi nerazzurri si augurano che non sia sacrificato sull’altare del bilancio, con un rinnovo al momento in stand-by.
Sanchez 7 – Conte lo striglia e lo pungola quando il cileno si adagia. Alexis capisce la lezione e ogni volta che scende in campo è una trottola impazzita. Jolly pregiato dietro la ‘Lu-La’.
Lukaku 9,5 – Si carica l’Inter sulle spalle a suon di gol e non solo: va in doppia cifra anche nel computo degli assist (10). I centri sono invece 21, dietro solo a Cristiano Ronaldo. Zampate spesso risolutive, nelle notti di gala che regalano all’Inter gli strappi decisivi per ritornare sul tetto d’Italia. Un ‘gigante’ a tutto tondo, al quale Conte non rinuncerebbe mai in battaglia. Numeri e fatti alla mano, l’uomo scudetto.
Pinamonti 5,5 – Non vede quasi mai il campo, tranne per qualche scampolo di partita. Ok l’agguerrita concorrenza, ma anche il nazionale Under 21 ci mette del suo.
Conte 9,5 – Mister scudetto: spezza il regno della Juventus, proprio lui che nove anni fa aveva costruito e posto le basi per il dominio bianconero. Compatta il gruppo, cementa lo spogliatoio nel momento più difficile tra le incertezze societarie e il flop Champions. L’amara uscita di scena in Coppa Italia con la rivale Juve è la molla per spiccare il volo e lasciare solo le briciole alle antagoniste per il titolo. Marcia da record nel girone di ritorno con 41 punti messi in saccoccia su 45. Dal quasi addio di Villa Bellini allo scudetto con l’Inter: Conte ribalta la storia.
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