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ESCLUSIVO | Strinic: “Spero che la Juve resti fuori dalla Champions. Superlega solo per i ricchi”

Le parole dell’ex terzino di Napoli e Milan Ivan Strinic ai microfoni di Calciomercato.it: tanti i temi toccati dal croato

Un passato in Serie A con le maglie di Napoli, Milan e Sampdoria. La finale del Mondiale con la Croazia nel 2018, persa contro la Francia di Mbappé e Griezmann. Ivan Strinic oggi ha 34 anni e si trova in Croazia, nella sua Spalato. La redazione di Calciomercato.it ha intervistato il terzino, che ha toccato diversi temi. Dalla corsa alla Champions League alla Superlega, passando per le esperienza a Napoli e Milano. Di seguito, le dichiarazioni di Strinic:

Salve, Ivan. Cosa fai adesso? Hai lasciato il calcio?

“Negli ultimi due anni sono tornato a Spalato, ho passato dodici anni in giro per giocare. Ma volevo continuare. Dopo il Milan, mi avevano chiamato Parma e Spal. Ma dopo sei mesi che non scendi in campo le offerte scarseggiano. La mia ultima partita è stata la finale del Mondiale. Vorrei ritornare, ma ho avuto tanti infortuni ed è normale che la voglia di tornare ti passa. Torni e dopo cinque partite t’infortuni di nuovo. La voglia c’è, ma il corpo non segue la testa. Ho sempre avuto problemi fisici che hanno un po’ condizionato la mia carriera. Peccato“.

Che ne pensi della stagione del Napoli? Gattuso deve restare?

“Il Napoli ha un’ottima rosa, ci sono tanti calciatori bravi. Ma la differenza con l’Inter la fa la panchina. I nerazzurri hanno venti giocatori, secondo me è per questo che hanno vinto lo scudetto. Anche il Milan ha un’ottima squadra, ma non così numerosa come quella dell’Inter per far bene tutta la stagione. E’ stata un’occasione persa per entrambe le squadre, la Juventus gioca male. Nel Napoli qualcosa non è andato. O per colpa di Gattuso o per qualche altro aspetto”.

Gennaro Gattuso © Getty Images

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Chi resta fuori dalla zona Champions?

“Spero che la classifica rimanga così e che la Juventus resti fuori. Ho giocato nel Milan e nel Napoli, vorrei che si qualificassero. Però ci sono ancora due partite, è difficile fare pronostici. Tutti possono vincere o perdere, ci sono le ‘piccole’ squadre che devono salvarsi a cui servono dei punti. Il Napoli ha grandi chance, è il loro obiettivo”.

Pioli ha detto che il Milan è un’isola felice. E’ così?

“Ha ragione. Quando c’ero io non so cosa non è andato bene, oggi ci sono parecchi giocatori che già erano presenti. Sono arrivati anche calciatori come Rebic, Theo Hernandez, Ibrahimovic. Quei 5-6 che hanno permesso il cambio di mentalità. Secondo me Ibra ha cambiato la squadra insieme a Pioli che ha dato la sua impronta. Da quando è arrivato lo svedese hanno fatto tante ottime partite. Sono più squadra. Mancano però ancora giocatori per vincere qualcosa e fare bene in Champions”.

Anche per il Napoli vale la stessa cosa?

“Sì, bisogna avere due giocatori per ogni ruolo in modo tale da non abbassare la qualità. Anche quando c’ero io a Napoli, Sarri faceva giocare sempre gli stessi. Lui ha sbagliato secondo me, subentra stanchezza dopo tante partite, è normale ed è per questo motivo che servono giocatori. Io ho giocato poco, ma molto di più rispetto a chi era in panchina. Così a marzo perdi tutto”.

Nelle ultime settimane si è parlato tanto di Superlega. Che idea ti sei fatto?

“Ho seguito la vicenda, sono contento che non sia andata avanti. Il calcio è per i poveri, è nato per strada. Ti faccio un esempio: se il biglietto costa cento euro per vedere Juventus-Real Madrid, allo stadio ci va solo chi è ricco. I poveri restano a casa. Solo i ricchi avrebbero potuto vedere le partite e non è giusto. Una competizione a inviti non è sportiva”.

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Mourinho alla Roma è un gran colpo.

“Mourinho è un personaggio che ti dà tanto sotto qualsiasi punto di vista. La Roma negli ultimi anni non ha stabilità e lui può fare un buon lavoro. Ma la società deve mettergli a disposizione qualche giocatore importante. Il portoghese ha l’appeal per attirarli in sede di mercato. Il suo arriva alza il livello della Serie A”

Mourinho © Getty Images

Da poco è venuto a mancare Diego Armando Maradona.

“Grave lutto per tutto il mondo del calcio. Ma Maradona resterà sempre nei nostri cuori. Resta la leggenda, soprattutto per noi che lo abbiamo visto e per i tifosi napoletani. Lo abbiamo incontrato a Madrid per la partita contro il Real e a Castel Volturno durante l’allenamento. Lui è una leggenda. Vederlo prima della partita ci diede adrenalina, una carica enorme”.

La tua Croazia è arrivata in finale del Mondiale. Un’impresa che può ripetersi?

“Difficile dirlo, la squadra non è male. Ma abbiamo perso 3-4 giocatori che hanno giocato quel Mondiale. E’ una bella responsabilità. Ci vuole tempo per maturare e giocare una competizione del genere ad alto livello. Quest’anno possiamo fare belle cose per quelle che sono le nostre potenzialità. Una possibile sorpresa, come lo scorso Mondiale, dove nessuno si aspettava quel cammino fino alla finale. Però si tratta di un torneo, non si sa ciò che può succedere. Il girone può passarlo con Danimarca e Russia, è alla portata. Poi chissà. Abbiamo tanti talenti e potenzialità. Difficile raggiungere i livelli di Perisic e Brozovic, secondo me Vuskovic dell’Hajduk Spalato è un buon giocatore. I club di Serie A farebbero un ottimo investimento”.

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L’Italia è una candidata alla vittoria? 

“Ha un top player come Insigne che ti cambia la partita. Però non gioca solo un solo giocatore. Ci sono tante partite, è difficile vincere con un solo uomo. Prima del Mondiale avevano messo l’Argentina come vincitrice del Mondiale, solo perché aveva Messi. Però è finita male. Da solo non può fare niente. Lo stesso Portogallo ha vinto l’Europeo non grazie a Cristiano Ronaldo, ma alla squadra e all’allenatore che ha fatto un grande lavoro. Una squadra disciplinata tatticamente, brava dietro e soprattutto in contropiede.”.

Stai parlando come se volessi fare l’allenatore. E’ nei tuoi programmi?

“Non potrei mai diventare allenatore (ride, ndr)! Troppo complicato gestire trenta giocatori. Non mi piace questo lavoro. Vorrei aprire una scuola calcio per vedere crescere i bambini che vogliono diventare calciatori. Ma ora penso alla famiglia e agli amici. Ho perso tante cose, ora ho tempo per recuperare fisicamente e mentalmente. Tornerò a giocare, ma lo farei solo per l’Hajduk Spalato in futuro. Ho parlato con loro per dargli una mano e provare ad allenarmi, poi scendere in campo qualche mese dopo. Ho ricevuto una risposta positiva, ma aspettiamo. Mi prendo il mio tempo“.

Nico Bastone

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