Arrivano le parole del direttore tecnico del Milan Paolo Maldini dopo la qualificazione in Champions League
Paolo Maldini, direttore tecnico del Milan, è intervenuto ai microfoni di ‘Sky Sport’ per parlare della stagione dei rossoneri, culminata con la qualificazione in Champions League: “I tempi sono diversi, c’è stato richiesto di abbassare gli ingaggi e ringiovanire la squadra. La società è stata a supporto di questa squadra, mister e ragazzi hanno fatto un lavoro fantastico. La mentalità di non prendere scuse o alibi ha fatto la differenza. Non posso negare che i momenti difficili ce ne siano stati, non abbiamo rimpianti. Le cose potevano essere fatte addirittura meglio. Alla fine siamo stati premiati per le scelte di comportamento, di come posizionarci nella comunicazione. Questo ci ha salvaguardato anche nei momenti difficili”.
Sul ruolo in società – “Il ruolo cambia, ho dovuto fare la mia esperienza e iniziare con un grandissimo dirigente che è Leonardo dal quale ho appreso tanto. Le cose perfette sarà difficile farle, c’è sempre qualcosa da imparare. Essendo una squadra giovane le chiacchierate coi singoli giocatori sono molto più frequenti rispetto a quando facevano i nostri dirigenti. Molti si sentono di passaggio, molti sono venuti in prestito. La questione Covid non ha aiutato l’integrazione totale allo stadio e in città. Questi ragazzi determinate sensazioni non le hanno ancora provate. E’ stato un lavoro giornaliero del quale si potrà imparare sempre. E sinceramente mi trovo bene”.
Su Pioli – “Non c’è mai stata una messa in discussione di Pioli, ciò che ha fatto in 15 mesi lo hanno visto tutti. Dobbiamo ricordarci da dove siam partiti. Siamo stati secondo me onesti nel dire le cose. Abbiamo sempre detto la verità”.
Donnarumma – “Stasera non posso dire niente, non è neanche giusto dire qualcosa stasera. Abbiamo parlato poco, ma quando lo abbiamo fatto non abbiamo mai detto bugia. Stasera è il momento di festeggiare e lui era uno dei più contenti”.
Sulla qualificazione – “Non è un punto d’arrivo, siamo contenti e abbiamo fatto un percorso fantastico. Ma il Milan dev’essere stabilmente in Champions League, il fatturato è quasi un’equazione rispetto al risultato. Per crescere dobbiamo essere una costante, come lo sono state Napoli, Roma e Juventus in questi anni”.
Sulla squadra – “Noi ci credevamo anche quando le cose non andavano bene. Si vedevano delle cose diverse, si vedevano che i giocatori avevano tante potenzialità. Chi ha giocato a calcio lo sa, si vorrebbe tutto e subito. Ci vuole pazienza, nel calcio non esiste. Non tutti riescono a vedere questi segnali positivi, che sono la base. Non dico che siano andati oltre le loro possibilità, ma a 19-20-21 anni non sei forte come a 25, questo è chiarissimo”.
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