Da capitano nel 2006 Fabio Cannavaro ha alzato l’ultimo grande trofeo della Nazionale italiana. L’ex difensore ha parlato oggi degli azzurri ad Euro 2020
Banco di prova importante per l’Italia che venerdì sera sarà di scena contro il Belgio per i quarti di finale di Euro 2020. Primo grande ostacolo di spicco per la truppa di Mancini, reduce da un ottavo tutt’altro che semplice vinto solo ai supplementari contro l’Austria. Ad analizzare il momento dell’Italia e il big match di Immobile e soci ci ha pensato l’ex capitano Fabio Cannavaro, che nel 2006 alzò al cielo di Berlino la coppa del Mondo. L’ex difensore azzurro ha parlato a ‘La Gazzetta dello Sport’: “Questa Italia somiglia a se stessa. Sta compiendo un cammino di crescita e ognuno deve entrare in simbiosi col gruppo e il c.t. per creare qualcosa di unico. I risultati cominciano a vedersi. Mi piace? Molto. Per l’idea di gioco che esprime, per il lavoro di Mancini, per il cammino percorso. Perché non si realizza una striscia di 31 risultati utili se non c’è sostanza. Solo che con il Belgio siamo a un bivio. Bisogna coniugare bellezza e risultato ed è logico che andando avanti sale la tensione e tutto si può complicare in un attimo. E poi ci vuole un po’ di fortuna”. Per seguire e interagire in DIRETTA sulle ultime di Calciomercato ISCRIVITI al canale YouTube
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Cannavaro ha proseguito spendendo due parole anche sul Belgio: “Per me De Bruyne è il numero uno al mondo per visione di gioco e qualità nell’ultimo passaggio. Ha almeno quattro-cinque giocatori in grado di risolvere la partita da soli. Penso a Lukaku e a Mertens”.
GRUPPO – “La nostra storia insegna che, a parte Roberto Baggio nel ‘94, l’Italia non ha mai puntato su un fuoriclasse, ma su un gruppo forte, capace di esaltarsi nelle difficoltà. Per me l’uomo in più è Mancini per come fa giocare la squadra e gestisce gli uomini. Abbiamo un’ottima mediana, con qualità e fisicità. C’è anche Bonucci regista arretrato. In attacco siamo imprevedibili perché in tanti seguono l’azione e dietro c’è solidità, con un portiere di grande livello. Per crescere bisogna battere avversari forti. Dovranno sentire l’orgoglio di dire “Noi siamo l’Italia””.
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