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“Ribery l’anticalcio”: la scelta controcorrente che lo conferma campione

La scelta di Franck Ribery di accettare l’offerta della Salernitana controcorrente in un calcio dove cuore e passione lasciano spazio ai soldi

Ribery

Ribery è l’anticalcio. Al termine di un’estate accompagnata da colpi pirotecnici del Psg che lascia in panchina Messi e Donnarumma, nell’epoca in cui Neymar riceve mezzo milione di euro al mese per “sorridere sempre”, il campione francese dimostra di non essere al passo coi tempi. A 38 anni, con venticinque trofei in bacheca e l’opportunità di mettere in tasca i faraonici ingaggi promessi da club turchi o arabi, Scarface sceglie la strada più avvincente, probabilmente quella più difficile e rischiosa.

L’avventura di Franck Ribery alla Salernitana è iniziata ufficialmente in Costiera Amalfitana, perla della Campania e della provincia di Salerno. Un primo incontro con i tifosi, con i dirigenti granata, prima di essere sommerso dall’affetto del pubblico granata allo stadio ‘Arechi’ dove l’entusiasmo era palpabile. Mai la Salerno sportiva aveva vissuto una giornata simile, mai un campione così titolato aveva deciso di indossare la maglia granata. Una scelta, quella di Ribery, che ricorda quella di Agostino Di Bartolomei che nel 1988 passò dalla Roma alla Salernitana che allora militava in Serie C, riuscendo a portarla in cadetteria dopo un’attesa di quasi trent’anni.

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Castori e Fabiani © Getty Images

Salernitana, la scelta incoerente di Ribery

Una storia che appare incoerente nel calcio di oggi, farcito da ingaggi faraonici e calciatori che decidono di chiudere le loro gloriose carriere senza rischi, lontano dalle luci della ribalta (e della critica) in campionati certamente non alla portata della Serie A o di quelli europei. “Io vivo per il calcio, se avessi vissuto per i soldi non sarei stato qui” ha sottolineato l’ex Bayern Monaco durante la conferenza stampa di presentazione. E per una volta le parole sono arrivate dopo i fatti, dato che Ribery ha accettato un contratto annuale (con opzione di rinnovo in caso di salvezza) con un ingaggio da un milione e mezzo, bonus compresi. Cifre lontane dai 4 milioni percepiti a Firenze o che il classe ’83 avrebbe potuto guadagnare in altri campionati.

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Una scelta chiara, decisa, che ancora una volta dà la dimensione del campione. Si può essere maestri nel dribbling o nel calciare, ma si è campioni e sportivi quando si ha voglia di mettersi in gioco, e Ribery lo ha fatto: c’è chi maligna sottolineando che rischia di chiudere una gloriosa carriera con un campionato di basso profilo, o peggio ancora con una retrocessione in Serie B. Salerno però si gode il suo marziano, e viceversa.

di Paolo Siotto

Redazione

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