Vince il Napoli: la Juve resta ad un punto. Al ‘Maradona’, però, c’è stata un’altra certezza: lo scempio della sosta per le nazionali
Questo Napoli-Juve significa tanto. Per Luciano Spalletti vuol dire 9 punti in 3 gare, primo posto in classifica con una squadra che lo segue, che ha smesso di esser isterica, che può solo crescere anche attraverso un Anguissa che ha destato un’impressione notevole al suo esordio. Il Napoli c’è, per lottare per un posto in Champions: per i sogni bisognerà fare i conti con il rendimento delle altre.
Per Massimiliano Allegri non ci sono solo segnali negativi: perché Locatelli si è subito preso la mediana, perché la compattezza difensiva è migliorata. Poi, non ci sono dubbi che sia una squadra lontana parente di quella che il livornese ha lasciato in eredità. Che passare dall’era Ronaldo al post con Morata che dovrebbe esser il top-scorer della Juve non è difficile: di più. Un punto in 3 partite porta già ad un -8 ampiamente recuperabile, ma molto poco rassicurante.
Rassicurante, invece, era stato proprio Allegri ieri in conferenza stampa: venerdì, non si è lamentato delle assenze, non ha forzato i recuperi, ha mostrato una sicumera invidiabile per uno che era consapevole di andare al Maradona con 14 giocatori di prima squadra. La sensazione che Allegri fosse consapevole di mentire è piuttosto netta.
Napoli-Juve ha visto 3 gol che sono arrivati da altrettanti errori, sbagli inguardabili a questi livelli. Manolas, Szczesny e Kean hanno riscritto una gara che sarebbe potuta finire 0-0: nelle gambe e nella mente c’erano scorie, affaticamento, disorientamento. Per seguire e interagire in DIRETTA sulle ultime di Calciomercato ISCRIVITI al canale YouTube
Un disastro chiamato sosta: mai più un Napoli-Juve così
Spalletti in conferenza ha spiegato come si siano affrontate due tra le squadre più penalizzate dalla sosta. Zero allenamenti, nessuna preparazione della gara: solo tantissimi errori. Tecnici, tattici, di concentrazione: il Napoli non avrebbe meritato di perdere per una sbavatura pazzesca di Manolas. Allo stesso tempo, è ingiusto che la Juve abbia dovuto pregare che non ci fossero infortuni per poter giocare senza esser costretta ad inserire i primavera. Lo stesso infortunio che è arrivato ad Insigne: ko da stress, trauma contusivo perché si gioca troppo. Quindi, si gioca male.
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Lo stanno ripetendo tutti: ora anche Arsene Wenger, l’uomo del Mondiale ogni due anni. Giocare meno con più qualità. Poi, senza più soste, con le finestre per le nazionali in periodi determinati. La domanda è davvero semplice: quando smetteranno i potenti del calcio di prenderci in giro, di fregarsene degli sforzi dei tifosi, di usare tutti quelli che amano il calcio? Napoli-Juve è stata impresentabile al grande pubblico mondiale, uno spettacolo degno non viene deciso da tre errori come una gara di Promozione o di Prima Categoria. Non è più accettabile. Il calcio sta perdendo fan, seguito, forza: ed un Napoli-Juve così non riesce certo a riavvicinare i più giovani.
Ad ottobre c’è una nuova sosta: la Lega Serie A faccia un atto dimostrativo: sposti un’intera giornata, accordi con le società di lasciare tutti i campi vuoti. Che si presentino solo gli arbitri. Vogliamo godere dello spettacolo del calcio, non sperare che la squadra avversaria sbagli più di quella per la quale si tifa.