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Inzaghi, Mourinho e la differenza tra un ragioniere ed un gladiatore

Dal palo di Traoré al gol di El Sharaawy: Roma-Sassuolo decisa dal coraggio di Mourinho. Mentre Inzaghi ha preferito gli equilibri

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Mourinho © Getty Images

Avete visto chi ha messo Simone Inzaghi con i 5 cambi? Le 4-5 top hanno queste alternative in più. L’Inter ha Darmian e Dumfries, la Juve Danilo e de Ligt: José Mourinho dopo la vittoria contro il Sassuolo nel giorno della sua millesima panchina, come al solito, non ha avuto peli sulla lingua. Anzi, ha celebrato a modo suo il dio del calcio che gli ha regalato il successo. Mou ha vinto, lo ha fatto con il coraggio e la consapevolezza di chi avrebbe potuto anche perdere: a differenza di quanto ha fatto Inzaghi al Ferraris contro la Samp.

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Al 74′, con il Sassuolo sempre più pericoloso e la Roma in evidente apnea, Mou mette dentro Shomurodov e Carles Perez, toglie Zaniolo e soprattutto Veretout. Le indicazioni all’uzbeco sono chiare: 4-2-4, si rischia tantissimo, perché conta solo la vittoria. Traoré spacca il palo al termine dei 90 minuti regolamentari, El Sharaawy la mette a giro pochi secondi dopo, la Curva Sud esplode, altro giro di lancette con Scamacca che fa il gol più bello della sua carriera contro la ‘sua’ Roma, ma il Var dice che è fuorigioco.

Vince la Roma, con la fortuna che aiuta gli audaci, che supporta quelli che ci credono fino in fondo. Ed è per questo che Mou non si deve nascondere: la Conference League non può esser un peso, perché questa Roma deve lottare per lo scudetto.

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Inzaghi © Getty Images

Inzaghi ed il desiderio di non perdere

L’Inter a Marassi è stata protagonista di una gara bellissima, intensa, con tanti colpi. Un’ora dove ci sono state sbavature, si, ma anche tanti colpi di classe. Inzaghi, però, dopo il pareggio di Augello, ha avuto paura di vincere. La Samp era stanca, i cambi di D’Aversa non erano all’altezza dei titolari. Vero che l’ennesimo infortunio di Sensi ha complicato i piani, ma una mossa coraggiosa non c’è stata da parte dell’ex tecnico della Lazio.

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Senza osare, il dio del calcio non ti bacia. Mourinho lo insegna: Inzaghi avrà pensato al Real, a non perdere. Non è così, però, che si entra nella storia, non è così che si spacca il cuore dei tifosi, non è così che puoi arrivare a correre sotto una curva impazzita.

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Sembra di vivere la differenza tra un gladiatore ed un ragioniere: a fine stagione vedremo chi avrà avuto ragione, ma ad oggi José ha portato 9 punti al Colosseo e sta costruendo una mentalità vincente che mancava da anni a questa Roma.

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