L’Inter sembra non aver accusato più di tanto l’addio di Lukaku grazie all’intuizione estiva della società
Non esisteva un valido sostituto di Lukaku, l’Inter ha fatto bene ad acquistarne due per non avvertirne troppo la mancanza. Dopo quattro giornate, troppo poche ma pur sempre indicative, la scelta di mercato premia la società. Dzeko e Correa hanno segnato, insieme, cinque reti, una in più delle quattro del belga lo scorso anno.
In totale Lukaku ha chiuso l’ultimo campionato con 24 gol, la media attuale lancia i due volti nuovi dell’attacco oltre questa soglia, un discreto numero di realizzazioni alle quali aggiungere quelle del solito puntuale Lautaro Martinez che sembra divertirsi con qualsiasi alleato al suo fianco.
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L’inizio di campionato esalta la squadra di Inzaghi che, Genova a parte, ma un pareggio fa parte del gioco, le ha vinte tutte divertendosi a suon di gol. Già 15 in quattro partite, quattro in più rispetto agli 11 di un anno fa. Una statistica relativa ma già utile a tracciare un primo bilancio del lavoro dell’erede di Conte.
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Lo stesso modulo in cui incastrare gran parte degli interpreti storici – la difesa, i tre di centrocampo, Lautaro – ha permesso all’Inter di non smarrirsi, di non perdere la propria identità. Il gioco è simile allo scorso anno, c’è maggior palleggio e in attacco, paradossalmente, maggiore imprevedibilità.
Lukaku era Lukaku, impossibile da marcare, devastante in campo aperto, fisicamente straripante, ma oggi Inzaghi può contare su due attaccanti diversi che permettono alla squadra di proporre anche soluzioni alternative in base alle esigenze e ai momenti delle varie partite.
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Dzeko è un regista offensivo – e un attaccante che garantisce comunque una ventina di gol – e Correa un giocare tecnico di movimento che, con Lautaro, non dà punti di riferimento agli avversari. Dumfries non sarà Hakimi ma lo ricorda per sprint e continue sortite offensive. Dimarco a sinistra, col suo piede, è un valore aggiunto. L’Inter viaggia, anche senza Conte e Lukaku.
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