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Roma-Udinese, Mourinho sbotta: “Nessuna depressione, lasciateci tranquilli”

Alla vigilia di Roma-Udinese, Josè Mourinho parla in conferenza stampa: le parole dell’allenatore giallorosso.

José Mourinho (screen shot)

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Dopo la prima, rocambolesca, sconfitta stagionale a Verona, la Roma è chiamata a rialzarsi all’Olimpico contro l’Udinese. Domani sera i giallorossi sfideranno i friulani per provare a mantenersi nell’altissima classifica. Alla vigilia, il tecnico Josè Mourinho parla in conferenza stampa: su Calciomercato.it le sue dichiarazioni integrali.

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La Roma sembra subire molto le squadre fisiche. Come si risolve? Con un acquisto di qualità e personalità sul mercato?
Il mercato è chiuso e volete già farmi parlare di mercato, ma non lo faccio. Non parlo di mercato. Analizzo la situazione, ma non posso condividere con voi tutto quello che analizzo io. Capisco la domanda ma non rispondo, neanche sulla prima parte della domanda, che la squadra soffre in certe condizioni. Non entro in questa dinamica, così come quando abbiamo vinto sei partite non sono entrato nella dinamica di euforia non entro ora in quella di qualche grosso problema. Abbiamo perso una partita. Non abbiamo giocato bene, a voi non ho altro da dire. Ovviamente con i giocatori abbiamo analizzato i dettagli, guardando al futuro visto che quella partita l’abbiamo già persa e non possiamo recuperare i tre punti.

Giornata storta o hai già capito cosa è successo? Se la aspettavano in pochi…
Perché se la aspettavano in pochi la sconfitta? Perché ne abbiamo vinte tre prima? Qui è facile entrare nella dinamica dell’euforia, ora non entro in quella della depressione. Voi mi avete visto festeggiare come un pazzo una vittoria speciale per me in un minuto speciale. Mi avete visto euforico per un minuto in due mesi, solo una volta. Mi avete sempre visto tranquillo, equilibrato, non euforico, che non dice di giocare per lo scudetto. Ora non mi vedrai nella dinamica opposta perché abbiamo perso una partita. Magari sono troppo onesto e dovevo dire che l’arbitro non doveva ammonire Veretout all’inizio limitandolo, che pioveva, che c’era quel campo. Magari andava bene un pareggio, siamo tristi per aver perso ma siamo ancora equilibrati. Non è un risultato che mi mette di là o di qua. So perché sono venuto qui, per la mia esperienza e maturità, l’equilibrio, per non lasciare che la gente vada in euforia per aver vinto 3 partite e non 30, o in depressione per aver perso 1, 2 o 3 partite. C’è tanto da fare, voi spesso cercate di mettere la Roma nello stesso gruppo di squadre che negli ultimi due anni hanno fatto 20 punti in più. Lasciateci tranquilli, noi non siamo candidati a niente. Solo a vincere la prossima partita, solo questo. Non posso analizzare con voi la partita di Verona, lunedì è stato giorno libero ma non per me e il mio staff. Abbiamo analizzato tutto il giorno. Siamo candidati solo a vincere la partita con l’Udinese, come loro. Sono tranquillo, meno felice ma è normale quando perdi. Bisogna trasformare la tristezza in motivazione e non in depressione. Noi facciamo la nostra strada, di tranquillità e ambizione.

Anche l’Udinese viene da uno schiaffo col Napoli.
L’Udinese ha preso uno schiaffo nel risultato ma non nel gioco. Il Napoli ha fatto gol su palle inattive, contro una squadra forte. L’Udinese è una squadra difficile, se giocano di nuovo a cinque, saranno comunque diversi dal Verona, sono stabili e fisici ma anche con grande qualità e creatività. E’ una squadra di livello.

Sui problemi della Roma.
In tre mesi si può sviluppare una squadra, dargli qualcosa di tuo. Poi se avessi potuto risolvere tutto in tre mesi i Friedkin mi avrebbero fatto un contratto di tre mesi e non tre anni. Quando una squadra non è una squadra, non la sviluppi in tre mesi. Se le occasioni col Sassuolo sono una conseguenza anche di una nostra ambizione per me non è un problema. Se perdo una partita per troppa ambizione o troppa voglia di vincere. Quando ho fatto i cambi lasciando solo Cristante col Sassuolo a centrocampo sapevo di poterla perdere. Non è un problema quello, lo è prendere tre gol in una partita. Se fai due gol in trasferta devi vincere. Non abbiamo giocato bene, ma non do i dettagli perché interessano a Gotti, è normale. Però a Verona abbiamo giocato male, poi certo Faraoni ha fatto il gol della vita. Ma non ho voluto cercare alibi, l’arbitro è stato bravo, il campo era buono.

Come sta Vina?
Vina non ci sarà domani.

Idea Calafiori sempre valida?
Calafiori è valido, ma ha 19 anni e pochissime partite in Serie A. E’ valido per noi, se fai la stessa domanda a 3-4-5 squadre più forti del campionato magari il loro allenatore ti dice che non è valido, perché hanno due giocatori esperti a ruolo. Però per noi è valido, ha fatto una partita timida ma equilibrata. Abbiamo avuto problemi difensivi generali, dai terzini mi aspetto un po’ di più. A lui serve tempo per diventare un giocatore di maturità. Centrocampo? Per noi è più difficile pensare a rotazioni in certi ruoli, perché in alcuni ruoli invece abbiamo alternative di qualità ed esperienza. Di solito non dico chi gioca o chi non gioca, però domani giocheranno Cristante e Veretout.

Il rischio di euforia e depressione riguarda anche i calciatori, soprattutto nell’epoca dei social?
Io posso controllare solo i giocatori, non poso controllare voi giornalisti o i tifosi. Solo posso cercare di influenzare chi è vicino a me. Mi è piaciuto lo spogliatoio dopo le vittorie, abbiamo celebrato quel minuto col Sassuolo perché è una cosa incontrollabile. Ma nelle altre vittorie era equilibrato, dopo la sconfitta ho visto uno spogliatoio triste come piace a me, equilibrato. Lavoriamo, dobbiamo giocare e trasformare la tristezza in motivazione. Ma sempre con questo livello di stabilità. La nostra strada non è una pista o un’autostrada, come lo è per squadre top assolute come PSG o Bayern, ma ha delle curve e dobbiamo affrontarla.

Nicola Lo Conte

Classe 1985, giornalista professionista dal 2016, dal 2017 nella grande famiglia di Calciomercato.it. Con pochi ma semplici comandamenti: passione, scrupolosità, precisione, qualità. Il tutto per parlare al meglio della 'cosa più importante tra le cose meno importanti' (cit. Arrigo Sacchi)

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