Le dichiarazioni di Allegri nella conferenza stampa di vigilia del match Juventus-Chelsea valevole per la seconda giornata della fase a gironi di Champions
La Juventus, ora che è ripartita, non vuole fermarsi. Ma domani l’avversario è di quelli tremendi, il Chelsea di Lukaku vincitore della scorsa Champions e in testa al Girone H dopo la prima partita proprio coi bianconeri. I ‘Blues’ intendono riscattare il ko casalingo contro il Manchester City, Bonucci e compagni centrare la terza vittoria consecutiva tra campionato ed Europa. Alla vigilia della sfida in programma all’Allianz Stadium’ parlerà Massimiliano Allegri. Diretta testuale qui su Calciomercato.it a partire delle oore 19. Per seguire e interagire in DIRETTA sulle ultime di Calciomercato ISCRIVITI al canale YouTube
Sulla formazione.
“Domattina decido chi far giocare. A parte Ramsey sono tutti a disposizione. Ci vuole una partita tecnica. Loro sono solidi e molto forti in contropiedi e sulle palle inattive. Sarà un bel test in questo senso”.
Difesa a tre.
“È il primo dubbio”.
Su Bernardeschi.
“Ha fatto una buona partita con la Sampdoria. Ogni tanto gioca un po’ da fantasista, ma non è il suo ruolo. Deve fare una partita di sostanza. Rabiot, invece, è a disposizione, sta bene con la caviglia”.
Tre titolari.
“Szczesny, Locatelli e Alex Sandro”.
Cosa ti aspetti dalla squadra e dai giovani?
“Giovani non sono, hanno meno esperienza internazionale. Mi aspetto una bella partita con pazienza. Abbiamo stimoli, ma bisogna giocare una partita internazionale. Loro se sbagli una volta ti puniscono. C’è bisogno di una partita pulita tecnicamente, bisogna giocare bene”.
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Su Rabiot.
“Anche lui è sulla falsa riga di Bernardeschi. La differenza della carriera dei giocatori passa da quello che hanno nella testa. La cattiveria con cui si allenano, tirano, passano la palla. Tanti giocatori bravi si sono persi. Io fossi in Rabiot sarei arrabbiato con me stesso. Non esiste che faccia così pochi gol. Deve migliorare in tanti aspetti, sono sicuro che quest’anno lo farà”.
Ruolo Danilo e condizioni Arthur.
“Arthur è molto indietro. Faremo delle amichevoli per farlo tornare un po’ in condizione. Vi do anche il quarto titolare, domani Danilo gioca. Se più avanti non lo so”.
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Su Bentancur.
“È cresciuto molto. Domenica ha fatto fare una grande parata ad Audero. Da solo non può fare la regia della squadra, ha bisogno di una collaborazione. Locatelli, anche lui non pronto per farla da solo, una mano in questo momento gliela può dare”.
Cosa si aspetta da Kean?
“Non deve avere responsabilità. Deve giocare e fare gol, cosa che sa fare meravigliosamente bene. Deve migliorare quando gioca con la squadra, nella tecnica individuale. Ma per l’età che ha, possiede già un bel po’ di esperienza”.
Su Chiesa.
“Da lui mi aspetto quello che fa ora e ancora meglio. Non era semplice arrivare alla Juventus e fare la stagione dello scorso anno. Per lui, però, il margine di errore si è assottigliato. Per lui quest’anno è molto più complicato dell’anno scorso”.
La pressione può essere la chiave tattica domani?
“Si, ma bisogna pressare bene. Gestire le forze, respirare per poi andare subito a recuperare palla”.
Ambizione.
“Devi avere l’ambizione di vincerla la Champions per giocarla. Questo ti porta a fare delle partite straordinarie, solo così puoi arrivare in cima. Il desiderio nostro è arrivare in finale, è un obiettivo che abbiamo e bisogna andarlo a prendere. Questo fa la differenza. Poi ovviamente non è che si possa vincere sempre. Ma il desiderio ce lo dobbiamo sempre avere”.
Sulla Premier League.
“È un campionato diverso, non so se più bello o più brutto. In Inghilterra c’è una cultura diversa. In Italia per esempio vanno allo stadio per tifare contro gli altri, lì per godersi lo spettacolo e sostenere i propri giocatori. È un dato di fatto, poi, che abbiano una disponibilità economica nettamente maggiore. Gli italiani sono più scaltri, ma è nel nostro DNA. Non possiamo diventare come gli altri. Forse ci avviciniamo più alla struttura tedesca, non quella inglese. Ci sono delle belle partite che finiscono 0-0. Può darsi che sia cambiato il calcio dopo il Covid, ma lo valuteremo credo tra un anno. Ci sono pochi dati ora che possono confermare che sia cambiato. Con gli stadi pieni sarà tutta un’altra roba. In Italia abbiamo troppa fretta, dobbiamo aspettare un attimo. Poi ci sono quelli più bravi, che magari la pensano in maniera diversa”.
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