La partenza sprint nella prima giornata prima del declino in quelle successive. Hakan Calhanoglu fatica ad imporsi nell’Inter e c’è chi già rimpiange Eriksen
Passare da una sponda all’altra della Milano calcistica non è mai semplice. Hakan Calhanoglu lo sta scoprendo sulla sua pelle, e dopo le critiche dei tifosi milanisti sentitisi inevitabilmente ‘traditi’ dal cambio di maglia del turco, sta incassando ora anche le prime rimostranze dei suoi nuovi supporters. Eppure la partenza all’Inter era stata sprint per il trequartista in maglia numero 20, che alla corte di Inzaghi ha ridimensionato il proprio raggio d’azione partendo qualche metro più indietro e giocando di fatto da mezzala di qualità, in quella zona di campo che era stata brillantemente occupata da Eriksen lo scorso anno. L’ottimo precampionato e l’inizio con super con gol e assist all’esordio in campionato contro il Genoa avevano fatto gridare al colpaccio, ma le successive apparizioni del turco sono state via via sempre meno convincenti. Per avere aggiornamenti in TEMPO REALE sulle ultime di CALCIOMERCATO, ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE TELEGRAM!
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Col passare delle settimane sono aumentate di pari passo le sostituzioni e le ‘bocciature’ di Inzaghi, attraverso l’inserimento di Vecino nell’undici iniziale, oltre alle prime vibranti critiche dei tifosi. Con una media-voto inferiore alla sufficienza, Calhanoglu è apparso un pesce fuor d’acqua, intrappolato in una posizione non del tutto sua che richiede anche importanti compiti difensivi non troppo nelle sue corde. La concorrenza pressante e qualche passaggio a vuoto hanno poi fatto il resto, il tutto unito al ‘peso’ di un ingaggio da 5 milioni di euro che conta eccome nell’immaginario collettivo. I tifosi hanno infatti negli occhi la crescita straripante di Eriksen, partito in sordina con Conte ma mai arrendevole e capace di convincere persino un allenatore col quale sembrava non avere particolare feeling. Gli stessi supporters sperano quindi ora, a partire da dopo la sosta, di vedere proprio il primo moto d’orgoglio di Calhanoglu, chiamato a ripercorrere le stesse orme dell’illustre collega danese.
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