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He is on fire | La vittoria del nuovo Pioli contro scettici e maestri

Il Milan si gode il grande successo contro l’Atalanta, frutto delle intuizioni del suo allenatore. Pioli batte un altro maestro del calcio italiano, allontanando sempre più il suo passato da mediocre

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Pioli in On fire: la rivincita al Milan
Stefano Pioli © Getty Images

E’ stata l’estate del ritorno dei grandi allenatori. L’estate di Jose Mourinho alla Roma, Maurizio Sarri alla Lazio, Luciano Spalletti al Napoli e Massimiliano Allegri alla Juventus ma anche di Simone Inzaghi all’Inter e Vincenzo Italiano alla Fiorentina. L’estate della grande svolta sul piano tecnico per i grandi club, che impossibilitati a spendere cifre importanti per rafforzare la rosa, hanno deciso di affidarsi a mister di un certo livello.

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Milan, scelta controcorrente

Pioli senza un altro big: ecco i convocati per l'Atalanta
Stefano Pioli © Getty Images

A restare indietro è stato così il Milan, che andando controcorrente ha deciso di tenersi stretto Stefano Pioli, un 55enne dal passato non certo vincente. Una scelta, in realtà mai in discussione, che ha fatto, però, storcere il naso a diversi addetti ai lavori. Un Milan in grande ascesa avrebbe avuto bisogno di un allenatore diverso del classe 1965 che nel corso della sua lunga carriera non ha mai dimostrato di essere un top. Considerazione più che lecita, se si guardano i numeri passati di Pioli, ma in casa Milan l’idea di cambiare guida tecnica non è mai stata presa in considerazione.

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Una scelta, che oggi sta dando i suoi frutti. Il campionato dopo sette giornate (sono troppo poche, è vero), ci sta dicendo che il Milan con la sua decisione conservativa si è dimostrato più rivoluzionario di tante altre squadre. Il Pioli, presentatosi a Milanello, lo scorso luglio è infatti un nuovo mister. Un mister più consapevole delle proprie idee, sicuro di avere tra le mani una grande squadra dal potenziale immenso.

Milan, le vittorie di Pioli

© Getty Images

Oggi il suo Milan è camaleontico e imprevedibile (guai a parlare di 4-2-3-1, i suoi quattro attaccanti sono mobili e raramente danno punti di riferimento). Pioli è sicuramente il tecnico in Serie A – forse anche più di Gasperini – che conosce meglio i suoi uomini. Una conoscenza che lo porta a sperimentare, a mettere sul campo una squadra fluida, in cui, come ieri, non sai davvero come giocherà. Gasperini, uno dei grandi maestri del calcio italiano, sta ancora cercando di capire come arginare le avanzate di Theo Hernandez, che a Bergamo ha abbandonato la fascia, per infilarsi dentro al campo, spaccando la partita, come un coltello nel burro.

Ma Pioli è anche quello che ha dato lezione di calcio a Sarri – il 2 a 0 di San Siro racconta poco del dominio rossonero – e ai campioni della Liga dell’Atletico Madrid, che per vincere hanno avuto bisogno dell’aiuto di Kessie e dell’arbitro turco. Pioli e il suo Milan sono chiaramente anche quelli che hanno sofferto terribilmente a Liverpool ma che sono rimasti in partita fino alla fine e che sono riusciti a pareggiare a Torino, rischiando di vincere, nonostante una scelta iniziale sbagliata (Tomori nel ruolo di Calabria) e una squadra decimata dagli infortuni.

Pioli, con Maldini e Massara, che hanno creduto sempre in lui, è indubbiamente l’artefice principale del ritorno del Milan a grandi livelli. Non stiamo qui a sottolineare la crescita di ogni singolo calciatore – Tonali e Leao sono solo le ultime sue vittorie -, d’altronde è sotto gli occhi di tutti. Va sottolineato, invece, il grande feeling con Ibrahimovic: è da lì, che molto probabilmente, è nato tutto. Ma la vittoria più importante di Pioli è la consapevolezza da grande squadra che è riuscito ad inculcare ai propri calciatori.

Oggi il tecnico e ogni singolo giocatore del Milan sono convinti di poter battere chiunque. Chiaramente non si potrà vincere tutte le partite ma è questa la strada giusta per tornare ad alzare i trofei.

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Milan, addio al ‘vecchio’ Pioli: ora il rinnovo

Bakayoko a Milano
Stefano Pioli © Getty Images

Gli scettici di Stefano Pioli – lo ero anch’io, non lo nascondo – vanno però perdonati: i vecchi numeri del tecnico sono dalla loro parte. Basta andare a vedere la media punti passata, mai superiore all’1,67 (all’Inter e alla Fiorentina), negli ultimi anni. Una media da tecnico mediocre ma il Milan lo ha cambiato: alla guida dei rossoneri, ora, c’è davvero un altro Pioli. Un Pioli che si è guadagnato ampiamente il rinnovo (il contratto scade il 30 giugno 2022). Più di Kessie, più di chiunque altro, merita di continuare la sua avventura in rossonero per riuscire a scrivere vere pagine di storia. Perché al Milan, la storia la si fa vincendo i trofei. Così sarebbe davvero grande per tutti.

 

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