In diretta a CMIT TV è intervenuto Luciano Capponi, presidente del Monterosi Tuscia. Le sue dichiarazioni
Ai microfoni di CMIT TV è intervenuto il presidente del Monterosi Tuscia, Luciano Capponi che ha fatto un punto della situazione evidenziando anche le grandi ambizioni del club. Per avere aggiornamenti in TEMPO REALE sulle ultime di CALCIOMERCATO, ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE TELEGRAM!
VITTORIA CONTRO L’AVELLINO – “Emozione fortina, anche perché abbiamo giocato in 10 per un’ora e venti. Non mi ha stupito il nostro inizio di stagione, perché abbiamo formato una squadra praticamente una settimana prima dell’inizio del campionato, con giocatori che non erano nemmeno allenati, sapevo che avremmo pagato dazio. Adesso abbiamo vinto e non ce n’è più per nessuno. Ora la mia squadra può manifestare il suo valore reale e sono molto tranquillo”.
CAMPIONATO DI C – “Anche il calendario ci è stato vagamente ostile, perché abbiamo incontrato subito le corazzate. Abbiamo incontrato Bari, Foggia, Palermo, Avellino e la prossima andiamo a Messina. È un’esperienza straordinaria, perché almeno il girone C non è un campionato di Serie C, ma ci sono squadre assemblate per la Serie B con un budget che in confronto il nostro fa sorridere. Però è la cura dei dettagli che può rendere vincenti e il primo dettaglio è la sinergia dello spogliatoio. Se non hai quella non vai da nessuna parte, basta una prima donna nello spogliatoio e non si va da nessuna parte. Io ho lavorato molto negli ultimi anni su questo dettaglio e dopo questa prima vittoria ho capito di esserci riuscito ancora e sono sicuro che ora ci divertiremo”.
OBIETTIVI FUTURI – “Degli eventi stranissimi mi hanno impedito di vincere il campionato andando in C tre anni fa ed eventi covidiani mi hanno impedito ad otto giornate dalla fine di salire in C, perché hanno promosso il Grosseto. Questo mi ha ritardato i piani, io voglio arrivarci davvero in Serie A. Non sono uno che improvvisa, faccio strategie e programmazioni di decenni. Nuovo Chievo? Si, se vogliamo si. Chievo era già un po’ più fortunato perché il quartiere era un po’ più polposo. Il Monterosi ha seicento tifosi indigenti e gli altri tremila sono professionisti di Roma che fanno avanti e indietro per seguire la squadra. Io, scherzando, dico che siamo la Luciano Capponi football club, senza offesa per Monterosi e i monterosini. In questo senso dico che abbiamo fatto una cavalcata straordinaria, dalla terza categoria alla Serie C. E sono sette scudetti vinti, non me lo può negare nessuno. Ora me ne mancano due, C e B”.
SCUOLA CALCIO – “La scuola calcio poi è quello che mi interessa davvero, non sono entrato nel calcio per visibilità o business, ma per far crescere i bambini che sono il nostro futuro. Primo desidero scrivere una favola e poi far comprendere alle istituzioni che la fruibilità economica venga ripartita un pochino più in basso”.
DIRETTORE LUCCHESI – “È stato un dono del cielo, perché credo che non ce l’avrei fatta ad assorbire questo cambio dal dilettantismo al professionismo. Sono fortunato, siamo diventati amici. Non si vince uno scudetto a Roma se non si hanno determinate capacità, a Torino è più facile”.
NO FAIR NO PLAY – “Questa è la base del mio intervento nel calcio. Io sono quello che ha riaperto lo stadio Massimino di Catania dopo l’omicidio Raciti, dopo una battaglia col Viminale e l’ho riempito portando 10 mila bambini allo stadio. No Fair No Play è il motivo per cui sono entrato nel calcio, mi diverte di aver ricevuto due medaglie d’argento da due Presidenti per meriti sociali. Io sono felice di aver fatto qualcosa che possa aiutare le nuove generazioni. Se le piccole realtà avessero più soldi per sistemare le strutture e pagare migliori istruttori miglioreremmo tutto il sistema calcio. Non sapete quanti piccoli campioni si perdono per la strada. E, quindi, ridistribuire le risorse economiche per aiutare le piccole realtà, anche quelle dei piccoli paesi”.
CALCIATORI – “I calciatori sono pagati profumatamente per prendere a calci una palla e quando giocano in una grande società diventano testimonial di un impatto sociale. Purtroppo gli esempi non sono esaltanti, bisogna ricordare che il calcio è un gioco e non una guerra come è diventata e che dura poco. Dovrebbero usare questi 10/15/20 anni di carriera per essere un esempio per tutti gli altri ragazzi. Io nella mia squadra ho un magistrato che fa il segretario, un ingegnere elettronico. Sono l’unico Presidente che ha dei collaboratori che si occupano di controllare quel ‘No Fair No Play’ a cui teniamo molto”.
AMICHEVOLE SFIORATA CON LA ROMA – “Loro volevano giocare il 15 luglio e noi abbiamo iniziato la preparazione il 23 luglio. Però siccome abbiamo dei buoni rapporti qualche collaborazione interessante può nascere. Stiamo lavorando per creare una collaborazione con club importanti, è necessario quando entri nel professionismo anche l’aspetto relazionale”.
OBIETTIVO SERIE A – “Il primo step è fare un buon campionato, respirare bene cosa significa restare in C e l’anno prossimo fare veramente la scalata per la Serie B. Se questa impresa riesce, nulla mi vieta di ipotizzare di fare una capatina in Serie A in tre anni. Anche perché costruiremo lo stadio e saremo la squadra della Tuscia, non solo di Monterosi”.
SCENEGGIATURA SULLA SERIE C – “Io sto scrivendo una sceneggiatura con questi messaggi che lasciamo alle squadre in trasferta e a fine campionato si capirà tutto, come una serie di Netflix”.
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