Jose Mourinho ha commentato in conferenza stampa lo 0-0 col Napoli, ma non solo
Un pareggio sostanzialmente giusto quello venuto fuori dal match di stasera tra Roma e Napoli all’Olimpico. A pensarlo è sia Luciano Spalletti che Jose Mourinho. Il portoghese in conferenza stampa è tornato anche sul tema del campo, della panchina e dei ragazzi spediti oggi in tribuna:
Abbiamo visto tante cose positive: cosa le è piaciuto di più?
La partita. Secondo me è stata di alto livello, con due squadre che giocano ad alto livello. Una partita tattica, fisica, con qualche difficoltà tecnica. Con quel campo non è semplice essere tecnici. C’è una cosa che poi non capisco, il campo è bello perché la sabbia è verde. E’ pieno di sabbia, dalla tribuna sembra bello ma lì è dura. Però grande partita, il risultato magari è anche corretto. Ci sono state delle occasioni per segnare per noi e per loro, ma la partita l’abbiamo finita tutti stanchi per l’intensità, l’aggressività, la voglia di vincere e il non accettare il pareggio. La cosa che mi è piaciuta di più è che loro arrivavano al top per punti, fiducia e gioia, noi dopo una sconfitta immeritata a Torino e anche il disastro in Norvegia con altri giocatori. Il controllo emozionale, la forza psicologica di entrare in campo con il peso duro di quella sconfitta mi è piaciuto molto. Abbiamo giocato una partita difficile, meritavamo più dei punti che abbiamo. Però siamo lì, dobbiamo continuare a lavorare, mercoledì c’è una partita dura a Cagliari e andremo con tutto quello che abbiamo.
Con gli stessi uomini anche con la Juve avete giocato alla pari: è questa consapevolezza che vi può portare avanti?
Mi avrebbe fatto piacere avere oggi al 70’ due terzini freschi, veloci, intensi per cambiare la partita ma non li abbiamo. Mi sarebbe piaciuto avere anche altre cose che non abbiamo, ma l’ho detto ieri, non ce l’abbiamo perché abbiamo speso tanti soldi per pulire, prima di poter invertire tutto sulla costruzione. Abbiamo una rosa dicotomica, non so se si dice anche in italiano come in portoghese. E questo dobbiamo gestirlo, se vuoi sapere la formazione che gioca a Cagliari te la dico subito: sarà la stessa.
Sulle tante espulsioni.
Di solito sono uno che viene espulso, oggi siamo stati espulsi in due. Magari arrivo a casa e analizzo la partita e il mio punto di vista è diverso, ma la mia sensazione è che sia stato un lavoro positivo da parte dell’arbitro. Io se fossi stato il direttore di gara non ne avrei dato neanche uno dei due gialli, io avrei detto ‘Mourinho, stai tranquillo’. Lui invece subito il giallo. Mi sono girato verso la mia panchina facendo qualche gesto ma lui è venuto lì. Mi è sembrato abbastanza bravo l’arbitro, non ci sono state cose grosse che hanno influenzato il risultato come a Torino. Poi i gialli, i rossi, quelle cose, non penso fossero giusti ma è la sua decisione.
Andrai a dormire con qualche rimpianto?
Sicuramente. Contro la Juve non meritavamo di perdere assolutamente e oggi è un punto perfettamente accettabile. Potevamo vincere ma potevamo anche perdere, hanno avuto una palla gol anche nel finale. Nell’organizzazione di gioco siamo stati bravissimi, non era facile costruire di più, non abbiamo mai accettato il loro dominio. Quando fisicamente si sentiva che l’intensità si stava abbassando da parte del Napoli io non l’ho fatto perché se si abbassa l’intensità si abbassa anche la qualità. Un punto in queste due partite non è buono, ma nella mentalità nessuno di noi oggi va a casa con la sensazione che il Napoli avesse solo vittorie e noi abbiamo preso un bel punticino. Non è stata questa la mentalità. E non sarà diverso con Cagliari e Milan. Giocheremo con lo stesso tipo di mentalità che abbiamo noi.
Quanto è stato difficile mandare in tribuna i ragazzi?
Chi sceglie la panchina e chi gioca non sono io, sono loro. Sono loro che prendono le decisioni, non io. E’ semplice. Il calcio è un mondo un po’ crudele, per tutti, soprattutto per gli allenatori. E anche con i giocatori devi essere crudele. Però non sono giocatori che hanno una croce sulla foto e con me hanno chiuso. Domani è un altro giorno e ripartono da zero.
Come ha ritrovato lei e Spalletti rispetto a tanti anni fa?
Più vecchio di 10 anni mi sento. Io penso che l’allenatore è un lavoro in cui finisci di migliorarti solo quando smetti. Non dipende dall’età, dalla condizione, è un accumulare esperienza. Guarda Ranieri, ha 70 anni ma è più giovane di qualche ragazzino che conosco io. Sono molto contento di ritrovare tutti quelli che erano con me in quegli anni, ma anche di una generazione di ragazzi come Italiano, Dionisi, che provano cose diverse da noi e insieme possiamo fare una Serie A bella. In queste nove partite che abbiamo giocato, poi non so se dimentico qualche partita dove sono andato a casa non molto felice di qualche decisione, ho la sensazione che sia un bel campionato. Lo 0-0 di 20 anni fa è uno 0-0 diverso da quello di oggi. Nessuno all’estero è contento di vedere uno 0-0, oggi invece penso che abbiano visto tutti uno 0-0 di grande qualità.
Tra Napoli e Milan c’è una capolista più meritevole?
Secondo me non è importante. Sono a pari punti, non è importante. Tu guardi la classifica dell’anno scorso e puoi capire le differenze, dove sono le squadre con più potenziale. Per noi essere lì al quarto posto ci motiva, perché siamo una squadra con dei limiti e abbiamo fatto quel campionato l’anno scorso.