C’è un giocatore nel Napoli che brilla meno rispetto agli altri. Spalletti è chiamato a ritrovarlo quanto prima
S’è perso nelle chiacchiere del ruolo e fatica a ritrovarsi. Piotr Zielinski non è più lo splendido trequartista dai cui piedi tutto passa ma neppure l’intraprendente mezzala che sa inserirsi senza palla. E’ diventato un ibrido, un centrocampista tuttofare ma che poco fa, è ancora alla ricerca della miglior condizione fisica e di una posizione in campo nella quale torni ad essere protagonista. E’ questo uno dei prossimi compiti di Spalletti a cui poche colpe possono essere attribuite: ritrovare Zielinski. Non ci vorrà molto, basterà una partita o un guizzo, il resto lo farà (anche) la testa per recuperare sicurezza nel proprio calcio.
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Zielinski, cosa è cambiato con Spalletti?
E’ una domanda da porsi dalla risposta sospesa. Nessuno ci garantirà mai che il passaggio dal 4-2-3-1 al 4-3-3 sia stata la motivazione principale del calo di rendimento. Con Gattuso, ad un certo punto, Zielinski ha fatto il trequartista puro, s’è sistemato dietro Osimhen e s’è divertito assieme a lui. Era il faro della manovra, da lui (e Insigne) passavano le azioni più pericolose.
In totale, lo scorso anno, ha raggiunto i dieci gol stagionali con undici assist in Serie A. In questa stagione ha segnato solo con la Sampdoria e ha fornito due assist con Cagliari e Fiorentina. Ci si aspetta di più, lo pretende Spalletti e i tifosi, il primo a volerlo è lui. Non si tratta di un campanello d’allarme, il Napoli gira e Zielinski è sempre titolare, ma da certe qualità – come fossero poteri – derivano ogni volta grandi responsabilità e le aspettative sono sempre alte.
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La sua partita con la Roma
Nelle posizioni medie, contro la Roma, il polacco ha giocato accanto ad Anguissa ma dalla parte opposta del campo nel 4-3-3 del Napoli. Nella ripresa era più avanzato ma sono state poche le occasioni avute. In totale ha giocato appena 49 palloni, pochi se paragonati al collega camerunense (68) e a Fabian (87) la cui attenuante, un merito, è quella di essere diventato regista e quindi fulcro della squadra come vertice basso. Zielinski si fa vedere meno e i compagni lo cercano poco. Basterà una scintilla per ricordarsi di essere diverso. Un altro giocatore. Molto più forte e determinante di questo.