Maurizio Sarri torna a parlare dopo l’ennesima batosta contro il Verona: domani sera la sfida in casa contro la Fiorentina
La Lazio è attesa subito a una reazione. La brutta partita contro il Verona che è costato un 4-1 pesantissimo e più di qualche malumore tra giocatori e tifosi, ha senza dubbio contribuito ad alimentare i dubbi di Maurizio Sarri e non solo. Il presidente Lotito ha voluto che la squadra andasse in ritiro, dopo il confronto avuto dopo il fischio finale del ‘Bentegodi’.
Alla vigilia del match contro la Fiorentina, il tecnico biancoceleste è tornato a parlare: “Vediamo le risposte. Sappiamo la gara che dobbiamo fare, vedendo l’atteggiamento in questi giorni penso di sì. Il ritiro momento di riflessione, sentendo parlare i ragazzi, andando a scavare abbiamo visto che questi alti e bassi si ripetono da un anno e mezzo, quasi sempre si verificano contro squadre di seconda fascia e questo ci deve portare a riflessioni e correzioni. Vuol dire che alla base c’è qualcosa di sbagliato negli approcci di certe gare, spesso si verificano alla terza gara. Forse c’è l’abitudine a non tenere le energie nervose per un tempo prolungato. Il primo passo è la presa d’atto di incapacità di rimanere su certi livelli o vicino a questi. Il fatto che avvenga con squadre di seconda fascia ci fa pensare che dobbiamo essere più umili. Abbiamo buoni giocatori ma devono lavorare“.
Particolare importanza riveste la questione Luis Alberto: “Abbiamo fatto 12 partite, ne ha fatte 8 da titolare, 4 da 40 minuti, faccio fatica a dire che non sta giocando. Poi ci sono dei momenti in cui le necessità del singolo non corrispondono a quelle della squadra, si guarda al collettivo. Resta un giocatore importante”. Sulla crescita della squadra: “Dobbiamo continuare a essere martellanti. Sono ca***te, la comunicazione esterna e interna spesso non coincidono. A te giornalista dico certe cose, al gruppo altre. Dovreste cominciare a giocare, così vi parlo come ai giocatori”.
Lazio-Fiorentina, Sarri: “Momento delicato. Leiva? Ha una certa età…”
Leiva? “È adatto per caratteristiche, anche l’anno scorso aveva qualche problema di tenuta, fa parte di un giocatore di una certa età. Quest’anno si gioca a ritmi un po’ più alti, qualche problema può venire fuori. Se ci garantisce un’ora ai suoi livelli va bene, dietro abbiamo Cataldi che sta crescendo. I centrocampisti sono giocatori forti, a Roma c’è la tendenza a santificare a fenomeni troppo velocemente. È una questione di abituarsi a un certo tipo di lavoro”.
Sarri riconosce la necessità di un lavoro più profondo: “È il rischio di tutti i gruppi che sono insieme da tempo, l’assuefazione ti può portare a un calo motivazionale. Dobbiamo darci l’obiettivo più bello al mondo, cioè tirare fuori il 100% di ognuno di noi. Siamo con tutta la squadra a metà strada, non facciamo ancora bene quello che è nuovo e abbiamo perso qualcosa di buono di quello vecchio. Il momento è delicato, c’è da fare lo switch e da fare una crescita sul nuovo”.