Il giorno dopo Juventus-Sassuolo, è il momento dei processi in casa bianconera: dura sveglia per Allegri, che critiche al tecnico
Dopo l’impatto molto duro con il campionato, la Juventus di Allegri sembrava aver ingranato la marcia con una serie di vittorie di fila. Lo stentato pari con l’Inter e, soprattutto, il ko interno di ieri con il Sassuolo, hanno rappresentato però un’altra brusca frenata.
Juve sconfitta in modo rocambolesco, al 95′, come mai sarebbe sembrato possibile nelle precedenti versioni bianconere con Allegri al timone. E’ il momento per il tecnico di interrogarsi sul futuro della squadra, mentre le critiche su di lui piovono copiose. Il giorno dopo, il risveglio è amaro.
Ci va pesante, sul ‘Corriere della Sera’, Mario Sconcerti, pur riconoscendo delle attenuanti al tecnico livornese. “L’errore è stato credere che Allegri fosse il profeta del catenaccio – spiega – E’ stata una necessità e non una scelta, ma non poteva durare e la Juve esce di scena proprio quando rinuncia al gioco difensivo. Bisogna tornare alla realtà: questa è una squadra fatta di giocatori comuni e non di campioni”.
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Il giornalista rincara la dose: “Morata, McKennie, Locatelli, non fanno la differenza. Non la fa neanche Chiesa se deve giocare così largo. Si salvano Dybala e Cuadrado, ma la squadra è frammentata. Quando si è cercato di giocare di nuovo a calcio, è diventato chiaro che non è un problema di schema: gli altri, sono come noi”.
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