Per la Juventus è un momentaccio. Le maggiori critiche sono rivolte a Allegri, il quale era tornato in bianconero nelle vesti di salvatore della Patria
Questa che stiamo vedendo è la peggior Juventus del decennio. La maggior parte delle critiche per fin qui grande flop bianconero, perlomeno in Serie A, sono ovviamente rivolte a Massimiliano Allegri. Tornato nelle vesti di salvatore della Patria, il tecnico livornese ha invece palesato grande confusione non riuscendo a imprimere quella svolta che si aspettavano in quel Torino. Anzi, finora ha fatto peggio dei suoi predecessori Sarri e Pirlo.
A proposito di critiche ad Allegri, il quale ha deciso di portare la squadra in ritiro, sono durissime quelle che gli rivolge Tony Damascelli su ‘Il Giornale’: “(…) Ha trovato ancora una volta il modo di scaricare sulla squadra errori e responsabilità, aggiungendo che dovrebbero vergognarsi del tanto o poco offerto. Si è però dimenticato di rivolgere la vergogna anche a se stesso, ormai comparsa di una commedia trasformata in farsa. Il calcio oratoriale della Juventus è cronaca puntuale di ogni partita, vinta, pareggiata e persa, lo sfaldamento della squadra risponde a quello del gruppo, in assenza del capo e dei capi.
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“(…) Allegri sbanda – aggiunge Damascelli – non ha carisma e non gli interessa averlo se non con le battute in conferenza stampa, già nell’ultimo anno milanista aveva dimostrato un appannamento che aveva portato Galliani e Berlusconi all’allontanamento. I risultati grandiosi ottenuti a Torino, cinque scudetti consecutivi e tutto il resto, si possono spiegare con l’organico a disposizione e l’eredità Conte, non certo per la qualità del gioco rispetto alla qualità degli interpreti (…)”.
Juventus, Damascelli: “Agnelli ha perso di vista la realtà contemporanea dimenticando le lacune di Allegri”
Non solo Allegri, Damascelli ne ha anche per Andrea Agnelli: “(…) Pensa e parla del futuro, della SuperLega, delle prospettive finanziarie ma ha perso di vista la realtà contemporanea“. Il presidente bianconero “(…) ha voluto tornare al vecchio regime, dimenticando le lacune di Allegri e finendo vittima della solita mozione degli affetti, dunque contratto quadriennale ultramilionario in tempo di piena crisi aziendale”.