Il Milan rimanda ancora l’appuntamento con la vittoria nel girone di Champions League, dure critiche all’atteggiamento dei rossoneri.
Non ce l’ha fatta nemmeno ieri sera, il Milan, a trovare i tre punti in Champions League. Contro il Porto a San Siro è stata interrotta la serie di sconfitte, ma la squadra di Pioli non è andata al di là dell’1-1.
Gara orgogliosa dei rossoneri soprattutto nel secondo tempo, ma appare ancora una volta evidente la distanza tra le prestazioni in campionato e quelle europee. Una distanza che alla luce del primato in Serie A fatto di dominio sul campo appare difficilmente spiegabile, ma a cui prova a dare una chiave di lettura, non lesinando critiche, Mario Sconcerti nel suo editoriale di oggi sul ‘Corriere della Sera’.
Milan, Sconcerti a gamba tesa: “Non sente il dovere della Champions”
Il giornalista, pur riconoscendo qualche attenuante, contesta ai rossoneri un atteggiamento diverso nelle notti europee, figlio di limiti mentali. “Va ricordato che il girone era pessimo e nella somma delle partite non c’è stata fortuna – spiega – Ma non può esserci una differenza così netta con il campionato, è ormai troppa e costante. C’è qualcosa di più profondo e non può essere che mentale, più che tecnico”.
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“Sembra la sindrome del cucciolo che non si fida a lasciare la tana, una paura di volare non più naturale, è diventato un limite – prosegue Sconcerti – E’ come se il Milan non sentisse l’obbligo della Champions e fosse pieno dei suoi risultati in campionato, il suo vero dovere. Il pari col Porto non avrà comunque conseguenze sul derby. Il vantaggio sull’Inter è grande, la responsabilità di vincere sarà degli altri”.