Beppe Marotta, all’indomani del derby Milan-Inter, ha fatto il punto sul club nerazzurro tra presente e futuro
Soddisfatto per la prestazione della sua Inter nel derby di ieri contro il Milan, Beppe Marotta ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Ci tengo a sottolineare come questo sia stato un bellissimo spot per il mondo del calcio. Una partita giocata a viso aperto, vibrante ed emozionante. Il rammarico rimane ma è merito anche dell’avversario. Non dobbiamo dimenticare che il calcio è un fenomeno sociale di forte aggregazione. Ieri ne è stato un esempio – spiega il dirigente a ‘Radio anch’io sport’ su ‘Rai Radio 1’ – Scudetto? Siamo in una fase altamente interlocutoria del campionato. Noi ne abbiamo giocate sette fuori casa e cinque in casa. Bisogna arrivare al termine del girone d’andata per compensare questo gap. Il Milan è cresciuto nella gestione Pioli e sta giocando un ruolo autorevole nella lotta scudetto. Noi siamo campioni in carica ma quest’anno mi sembra di vedere un bellissimo campionato”.
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Marotta ha analizzato anche le indiscrezioni di mercato: “Vigili su Insigne? Siamo concentrati su questo gruppo, è giusto dar loro il merito riconosciuto. La squadra sta rispondendo a quelle che sono le aspettative. Credo proprio che a gennaio non faremo cambiamenti anche se l’attività di monitoraggio è già in atto per la programmazione futura”.
Chiaro il messaggio sul futuro con Suning: “Sicuramente sì. Bisogna essergli riconoscenti. Hanno confermato la volontà di proseguire con un modello di sostenibilità quasi interna. Si può fare con una forte competenza e creatività anche di mercato. L’ambizione è parte integrante del nostro club”.
REGOLAMENTO – “E’ un regolamento che risulta un po’ ambiguo e deve essere rivisto. Oggi la velocità non è più quella degli anni sessanta, il regolamento si deve adeguare a questo. Le regole spesso sono frutto di personaggi che non conoscono le dinamiche. Mi auguro che Collina possa mitigare questi scompensi. Var? Da quando è stato introdotto ci sono state modifiche regolamentari e bisogna proseguire su questa strada. L’arbitro di campo deve decidere autonomamente”.
LA CRISI – “Il nostro presidente federale sta lavorando molto bene, ma il fenomeno di difficoltà è europeo se non mondiale. Dobbiamo mitigare il costo del lavoro che oggi ha una sproporzione rispetto ai ricavi. Oggi abbiamo bisogno che in Italia la politica porti maggiore attenzione al nostro mondo. Magari accettando una rateizzazione delle tasse sugli stipendi dei giocatori. La Superlega è nata come un campanello d’allarme che deve portre a un modello europeo. Bisogna capire che i calendari vanno fatti rispettando i rischi di impresa dei grandi club”.
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