Giorgio Chiellini torna a parlare, con delle dichiarazioni importanti sia in ottica Superlega che riforma del calcio italiano ed europeo
Parla già da manager Giorgio Chiellini. Il capitano della Juventus e della Nazionale in queste ore si è dovuto fermare per quache acciacco, è tornato a casa dal ritiro di Coverciano e non sarà a disposizione contro la Svizzera né contro l’Irlanda del Nord. Un peccato per il difensore che resta ancora forse il più forte a livello italiano.
Le condizioni del classe ’84 dovranno essere comunque monitorate, è un elemento fondamentale. Come lo sarà anche quando appenderà gli scarpini al chiodo, da manager quale già parla e ragiona Giorgio Chiellini. A partire dalla Superlega: “Con Agnelli ne parlo da qualche anno. Secondo me il futuro del calcio mondiale va sempre più verso una europeizzazione rispetto ai campionati nazionali. Un giocatore del livello della Juve vuole giocare quelle partite, con tutto il rispetto per gli altri. Gli atleti del nostro livello ma anche i tifosi vogliono vedere sempre più partite di livello europeo piuttosto che alcune squadre del campionato italiano, che sono troppe. Si potrebbe tornare addirittura a 16, ma 18 è il numero giusto per aumentare la competitività e fare più partite europee”.
Chiellini – intervistato da ‘Dazn’ nel corso di ‘Linea Diletta’ – non usa mezzi termini e lancia un allarme: “Siamo arrivati a un punto di non ritorno. Istituzioni, club e giocatori devono incontrarsi per riformare il calendario e creare nuove competizioni per ridare slancio a questo sport, che rimane il più bello al mondo ma per me è migliorabile. Negli Usa, dove mi piacerebbe fare un’esperienza, che in questo sono maestri, hanno creato Superleghe in ogni sport. Noi romantici del calcio vorremmo l’abolizione del Var, tornare indietro, col passaggio al portiere, senza fuorigioco, ma il calcio sta andando avanti”.
La soluzione è una sola: “Trovare persone di livello che insieme possano discutere per migliorare il calcio e non per interessi personali è essenziale. In questo momento manca il dialogo, ma si sta andando verso una situazione insostenibile per tutti: per noi e per i club. Anche i tifosi lo percepiscono. Mi auguro davvero che in breve si trovi una soluzione. Noi calciatori siamo ben pagati e ne prendiamo atto, ma non vuol dire non poter essere presi in considerazione. I poveri sudamericani in queste soste per le nazionali hanno fatto viaggi interminabili senza tornare in tempo per le partite. E’ una mancanza di rispetto verso tutti, capisco le esigenze di business delle aziende, ma così è insostenibile. Bisognerebbe trovare un equilibrio, fare tutti un passo indietro e cercare una soluzione migliore per il futuro del calcio”.
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